Un vortice d’aria molto fredda in quota è in transito sulla nostra Penisola da nord a sud. Il perno del vortice ciclonico è in discesa lungo le regioni Adriatiche, che poi sono quelle che stanno subendo e subiranno i maggiori effetti di questa rapida incursione perturbata.
A tale nucleo freddo in quota, è associata una profonda ciclogenesi al suolo, sempre in discesa lungo il mare Adriatico. Al momento il minimo di 1008 hPa è posizionato in prossimità delle coste centrali Adriatiche.
La presenza d’aria così fredda in quota (isoterme prossime ai -35°C a 500 hPa) ha favorito anche la genesi d’attività temporalesca, come avevamo anticipato. In nottata i temporali hanno persino interessato alcune zone del Veneto, accompagnati da grandinate, specie sulla parte meridionale della regione.
Al momento l’attività temporalesca interessa Campania, Basilicata e nord della Puglia: è in queste zone che si trova la netta linea di demarcazione fra masse d’aria radicalmente differenti, con contrasto termico particolarmente vigoroso. Altri temporali marittimi stanno investendo le coste delle Marche e dell’Abruzzo, aree più direttamente interessate dall’aria artica al seguito del fronte.
L’aria moderatamente fredda in discesa lungo la Penisola sta anche determinando una progressiva discesa della quota dello termico e delle nevicate. In particolare sulle aree appenniniche del medio Adriatico, laddove i fenomeni riusciranno ad insistere maggiormente per l’esposizione orografica, la neve potrà scendere fino a quote medio-basse collinari.
Altra peculiarità della situazione odierna è rappresentata dai venti particolarmente forti, che interessano una buona parte d’Italia, con poderose mareggiate su alcune coste esposte. L’intenso gradiente barico è favorito dall’insistenza dell’Alta delle Azzorre sull’Europa occidentale con valori sempre piuttosto elevati (fino a 1041 hPa in prossimità del Golfo di Biscaglia), a cui fa da contrasto il minimo di 1008 hPa sul medio Adriatico.
Le intense correnti di maestrale stanno producendo enormi disagi ai traffici marittimi e aeroportuali specie sulle isole maggiori (raffiche oltre i 130 km/h) e sul settore tirrenico in particolare sulla Campania, mentre il libeccio ieri ha provocato enormi mareggiate sulla riviera Ligure, a cui si riferisce la foto in alto.
Liguria che è anche oggi flagellata dal vento, ma di direzione opposta. Infatti le correnti sostenute e secche di tramontana hanno aggravato l’innesco di incendi sui boschi del Savonese. Quella degli incendi invernali in Liguria è una piaga abbastanza ricorrente, in situazioni di forti correnti secche di tramontana, che prendono ulteriore forza lungo le vallate appenniniche.
Vento e fenomeni tenderanno ad attenuarsi solo gradualmente a partire dalla giornata di domani, mentre per questa notte ancora i fenomeni si concentrano sul medio-basso Adriatico e al sud (instabilità marginale sulla Sardegna), con probabilità di grandinate e temporali in temporanea accentuazione.
In conclusione, siamo alle prese con una vivace situazione atmosferica. Nessun sensazionalismo, in quanto va detto che si tratta di brevi irruzioni artiche che normalmente dovrebbero verificarsi a fine autunno, e non nel cuore di Gennaio.
Tuttavia, in quest’annata piuttosto anonima e povera di contenuti freddi e perturbati, è giusto rimarcare anche dettagliatamente le poche fasi in cui qualche passaggio perturbato riesce a rompere in maniera opportuna il muro dell’Anticiclone.
Alta Pressione che tornerà presto ad estendere il proprio abbraccio verso le nostre regioni a partire da quelle occidentali, pur permettendo il passaggio di una modesta ondulazione ciclonica a metà settimana.
In conclusione, ciò che emerge da una visione dei modelli ad ampio raggio è che l’inverno stenterà a decollare anche dopo l’Epifania. Tutte le speranze di una svolta incisive sono davvero rivolte al lungo-lunghissimo termine, e ciò notoriamente ha scarsa importanza, e viene usualmente denominato come fantameteo.