E’ stata notevole l’espansione dell’anticiclone africano sull’Italia in questa settimana. Chi abita in pianura e non era in settimana bianca si è accorto solo relativamente della eccezionalità della situazione, evidenziata in maniera notevolissima dai valori termici raggiunti in alta quota, dove per esempio i +12°C di massima di lunedì al Lago Santo Modenese (1501 m) si sono abbinati a temperature anche più elevate osservate tra lunedì e martedì nei radiosondaggi di Cuneo e Milano (fino a oltre +13°C a 850 hpa, oltretutto corrispondenti a oltre 1600 metri, con zero termico oltre quota 3300). Un po’ più freschi il nordest e il sud, lambito da correnti più fredde dirette verso i Balcani.
I radiosondaggi evidenziavano chiaramente lo strato di inversione con temperatura in crescita nei primi 5-600 metri, poi un calo fino a 5°/6°C sugli 8-900 metri in corrispondenza di una fascia di strati bassi che ha intrappolato l’aria relativamente fredda e soprattutto gli inquinanti e l’umidità al di sotto. E infatti lunedì verso mezzogiorno, mentre al Lago Santo c’erano +12°C e il 12% di umidità (con un minimo dell’8%), a Cutigliano, sui 700 m. c’erano +5,5°C e a Pisa +13°C, con cielo molto nuvoloso e umidità oltre il 70%. Per molti giorni si è avuto quindi un tempo magnifico in montagna, ma molte zone di pianura hanno sperimentato giornate grigie per gli strati bassi già citati, ma spesso anche per nebbie persistenti. Le temperature italiane sono per vari giorni come impazzite, con scarti a volte molto grandi fra località vicine a seconda che vi fosse o meno inversione termica e/o copertura nuvolosa. Oltre a quelli citati segnaliamo il +5°C alla Paganella (oltre 2000 m) e il -2° a Bolzano alla stessa ora della sera di lunedì 2. Dove si sono sommati all’aria africana gli effetti favonici si sono avuti valori davvero impressionanti, come i +15°C di Cervinia o i +20°C di Susa di martedì.
Si è discusso in settimana sulla possibile persistenza di questa struttura anticiclonica, con rischio di chiusura anticipata dell’inverno, ma già in questo weekend un primo passaggio perturbato, piuttosto debole in verità, avrà quanto meno il merito di riportare i valori termici nella norma, soprattutto sulle montagne (in realtà lo sta già facendo in queste ore sulle Alpi), dove la neve residua potrà respirare dopo una settimana di passione. Oggi sarà ancora una giornata inizialmente dominata dall’alta pressione; ma dal tardo pomeriggio ed in serata avremo un lento peggioramento al nord e nelle zone interne del centro. Il centro-nord sarà interessato soprattutto sabato dalle nubi e da qualche fenomeno, il sud invece avrà la domenica in parte guastata, mentre ovunque il vento rimescolerà l’aria. Questo sarà l’inizio di una fase più fredda che caratterizzerà la prima parte della prossima settimana, con ritorno poi dell’anticiclone in tempi brevi.
Sabato infatti una pronunciata oscillazione della Corrente a Getto in corrispondenza del medio Atlantico, determinerà una espansione meridiana dell’anticiclone subtropicale oceanico, che dalle Azzorre si estenderà alle Isole Britanniche. L’onda anticiclonica in espansione raggiungerà persino l’Islanda, attivando un flusso di aria fredda sul suo bordo orientale con instaurazione di un freddo canale meridiano sull’Europa orientale, ove il vortice polare registrerà un considerevole abbassamento di latitudine. La Corrente a Getto Polare irromperà così sull’Europa orientale, regione russa in primis, alimentando una vasta area depressionaria che, seppur marginalmente, investirà l’Italia, lambendo le estreme regioni meridionali, tra lunedì 9 e martedì 10 febbraio e interessando piu’ direttamente il settore adriatico, ove giungeranno una serie di nuclei d’aria fredda, provenienti dell’Artico Russo. La rotazione di 90° dell’asse maggiore del promontorio, con espansione di un cuneo barico dalla Francia, proteggerà dall’avvezione fredda le regioni tirreniche ed il nordovest, ove potrebbero attivarsi moderate correnti favoniche.
Per sabato 7 febbraio prevediamo al nord nuvoloso, con qualche schiarita in più su Trentino-Alto Adige (ma non sui crinali di confine), alto Veneto e cime appenniniche. Deboli nevicate sui crinali confinali alpini oltre i 1200-1300 metri, rischio di piogge su Liguria, alto Piemonte, alta Lombardia e Friuli-Venezia-Giulia. Fra il pomeriggio e la serata lento miglioramento su Liguria, Prealpi e pianura veneta, nessuna variazione altrove. In montagna temperatura in deciso calo e vento tra moderato e forte settentrionale.
Tempo inizialmente discreto, al centro, su zone interne della Sardegna, Appennino laziale, Abruzzo e Molise; nuvoloso sulle altre regioni. Tra il pomeriggio e la sera isolate e deboli precipitazioni tra Toscana, Umbria e Marche, nubi sparse altrove, generalmente senza precipitazioni. Nubi in aumento, in serata, su Abruzzo e Molise. Temperature in calo sui monti; per il resto minime in aumento, salvo che nelle zone interessate nelle notti precedenti dalla nuvolosità stratiforme, massime in calo. Vento moderato, dapprima tra ovest e sudovest, in rotazione a nord.
Al mattino nubi su costa campana e Salento. Altrove tempo discreto, con prevalenza di sole. Dalla serata aumento della nuvolosità sul Gargano. Temperature stazionarie. Venti deboli o moderati meridionali, in rotazione dai quadranti occidentali.
Nevicate deboli ma continue sui rilievi alpini di confine e nelle vallate adiacenti domenica 8 febbraio; sulle altre regioni del nord rapido miglioramento del tempo sin dal mattino, con ampie schiarite. Vento forte settentrionale e freddo intenso sulle Alpi (nevicate sui crinali di confine); temperatura in moderato calo anche sulle altre zone, salvo effetti favonici sul nordovest.
Al primo mattino ancora nubi al centro, salvo che su alta Toscana e Sardegna, con qualche pioggia e brevi nevicate in montagna oltre i 1200-1400 metri; seguirà un rapido miglioramento. Temperatura in moderato calo. Vento forte di maestrale sulla Sardegna, venti moderati dai quadranti settentrionali anche sulle altre regioni.
Al mattino cielo parzialmente nuvoloso al sud e in Sicilia, nuvoloso con qualche pioggia sulle zone appenniniche e la Puglia. Nel corso della giornata schiarite sempre più ampie, con residui acquazzoni isolati sulla Puglia. Temperatura in calo nei valori massimi. Vento che si disporrà da nordovest, moderato.
Tendenza per lunedì: freddo moderato su molte regioni, più intenso sui crinali confinali alpini, dove ci saranno deboli nevicate accompagnate da vento forte, e sul litorale molisano e pugliese, dove si avranno vento forte e brevi precipitazioni nevose fino a quote basse. Nubi su gran parte del sud, sulle altre regioni prevalenza di sole.
DOVE ANDIAMO
Olbia, in provincia di Sassari, è per molti turisti la “porta” della Sardegna, possedendo sia un importante porto per i traghetti che vengono dalla Penisola che un attrezzato aeroporto. La città è però moderna e non molto interessante, ma merita una visita San Simplicio, importante monumento romanico, eretto nei secoli XI-XII. In questo weekend la città avrà tempo variabile sabato, più sereno, ma ventoso (per maestrale) domenica, con temperature minime/massime sabato 7°/14° e domenica 6°/13°:
Procedendo da Olbia verso la Gallura interna si raggiunge Tempio Pausania, dominata dalla lunga cresta panoramica del Monte Limbara, con numerose punte, la più alta delle quali tocca quota 1359. A quota 566, Tempio, cittadina di austera semplicità architettonica su un terrazzo dello stesso granito grigio delle sue case, è centro di villeggiatura soprattutto estiva. La Cattedrale del sec.XIX ha conservato della primitiva costruzione quattrocentesca il portale e il campanile. Nei pressi il Nuraghe Maiori.
Anche ad Aggius cime granitiche dentellate fanno da sfondo al borgo, posto sul versante SE del Monte della Croce, noto come “Resegone sardo”. Anche qui le case sono costruite con lo stesso granito dei monti. Intorno al Monte della Croce il Parco Capitza ha paesaggi che variano dai torrioni granitici ai boschi di querce da sughero alla macchia mediterranea.
Ritroviamo il mare a Palau, vivace luogo balneare e importante scalo per raggiungere l’isola La Maddalena e Caprera, a essa unita da una diga e un ponte. Caprera fu dimora prediletta di Garibaldi che vi visse, fra una campagna militare e l’altra, dal 1856 alla morte, avvenuta nel 1882. La casa dell’eroe dei due mondi è oggi un Museo. Tornati a terra, dobbiamo ricordare nei pressi di Palau anche Capo d’Orso, dove si trova la caratteristica e notissima roccia erosa dagli agenti atmosferici, a forma di orso rivolto verso il mare.
Procedendo da Palau verso sud troviamo Arzachena, dove vento e pioggia hanno eroso e modellato il “fungo di Arzachena”, una roccia della collina che sovrasta il paese. 5 km a ovest si trova la Tomba di Gigante di Capichera, sepolcro collettivo nuragico costituito da una stele e da una esedra di grandi lastre. Nei pressi sono il Nuraghe Capichera e la Tomba di Gigante di Li Lolghi, pure con stele ed esedra. Il mare di Arzachena è Baia Sardinia, 15 km a nordest.
Lasciata Baia Sardinia conviene rientrare a Olbia lungo il mare, attraversando così la Costa Smeralda. Acque di intenso colore e limpide trasparenze, vegetazione a macchia mediterranea, rocce granitiche bizzarramente forgiate dal vento, rive sfrangiate in rientranze e promontori, cale deliziose, isolette, faraglioni: questo è il quadro naturale della costa nordorientale della Gallura, in cui dal 1962, per iniziativa dell’Aga Khan, furono creati insediamenti residenziali e balneari, internazionalmente noti, ambiziosamente eleganti e notoriamente esclusivi. Porto Cervo, il centro principale, è costituito da lussuose strutture ricettive, locali di ritrovo, negozi esclusivi, ville nel verde e un attrezzato porticciolo turistico. Altre località importanti sono Liscia di Vacca, Pitrizza, Cala di Volpe e Porto Rotondo.
La cucina nel settore marittimo dell’itinerario proposto offre naturalmente, a caro prezzo in Costa Smeralda, un ampia gamma di proposte marinare in cui spicca l’aragosta in insalata, al forno, alla griglia. Le stesse aragoste e gli altri crostacei sono utilizzate per sughi e intingoli con cui condire i tradizionali “maccarones”. Nell’interno prevalgono invece le proposte “di terra” con i classici piatti sardi di carne d’agnello, capretto e “porceddu” (porcellino da latte). Tipico piatto sassarese è la favata (fave secche cucinate con lardo, salsiccia, cotenne, puntine di maiale e aromi). Dolci: le pabassinas, con uva passa, e le note sebadas (dolce tradizionale di tutta la Sardegna, ravioloni ripieni di formaggio, fritti e cosparsi di miele). La Gallura produce importanti vini Doc: il Vermentino di Gallura (bianco) e il Moscato di Sardegna nelle varietà Tempio Pausania e Gallura.