La fase fresca è conclusa, almeno dal punto di vista delle dinamiche sinottiche che l’hanno supportata, analizzate negli editoriali precedenti.
La goccia fredda, isolatasi nel Mediterraneo, dopo aver apportato piogge e nevicate, si è esibita nella funzione di esca per l’attuale ondulazione atlantica, richiamata verso le nostre latitudini sia dalla lacuna barica sia dalla robustezza anticiclonica presente ad ovest/sud-ovest.
Nelle mappe più dettagliate si osserva l’ingresso, all’interno del più ampio respiro nord-atlantico, di un nucleo freddo in quota che, in particolare quest’oggi, sta affondando le sue radici sul Tirreno, con un ingresso tipo Rodano, producendo una linea instabile che dal mare si muove verso l’entroterra.
Dal satellite si nota la matrice oceanica di questa configurazione anche dalla disposizione delle nubi, che viaggiano da nord-ovest verso sud-est, con evidenti Lee Cloud tra Sardegna e Corsica levigate dai venti in quota.
Inoltre è bene evidenziare come le piogge che stanno cadendo in queste ore sull’Italia centro-meridionale siano dovute ad un primo passaggio innescato dal corpo freddo in quota sul mare; nelle prossime ore, a partire dal nord-ovest, dovrebbe farsi avanti l’azione frontale di un secondo ingresso ciclonico, supportato da una diffusa ventilazione di matrice occidentale.
Questo è il quadro meteorologico avutosi in seguito all’isolamento con occlusione della precedente azione polare ma l’anticlone è in agguato, pronto a sferrare il suo attacco.
Passata questa breve ondata di piogge e nevicate in montagna, si ripresenterà l’alta pressione delle Azzorre con alimentazione di estrazione sub-tropicale, sospinta da una configurazione di tipo semi-zonale ma soltanto per le sembianze che forniranno le depressioni e l’alta pressione.
Le temperature saliranno notevolmente e ragguardevoli termiche giungeranno alla media troposfera sulla Penisola; in queste condizioni è bene valutare le escursioni, specie di tipo alpinistico, sia sull’Appennino che sulla Alpi poiché la crosta nevosa non sarà portante, come le cornici nevose che rompendosi potrebbero innescare delle valanghe sui canali e sui pendii più scoscesi.
La settimana proseguirà all’insegna delle temperature miti e del ritorno del sole ma, a lungo termine, si prefigurano scenari nuovamente invernali, seppur con molti dubbi su questa evoluzione.
Certo è che, considerata la condizione teleconnettiva avutasi durante l’inverno e quella attuale, si può anche ipotizzare che marzo prosegua l’iter perturbato e movimentato che ha mostrato sino ad oggi.
La Mjo è in netta ripresa come intensità magnitudo, proponendosi in fase 1 con ottima vigoria e, seppur con diverse implicazioni rispetto ai mesi passati, questo passaggio implica comunque una maggior propensione alle ondulazioni, alle possibilità di azioni meridiane che, se i tempi combaceranno, potrebbero andar di pari passo con una futura fase 2 di buona magnitudo.
Un altro aiuto potrebbe pervenire dall’ITCZ che attualmente è abbastanza basso sull’Africa occidentale, per altro riscontrabile con SST calde in quelle zone ma, in seno ad una tendenza AO/NAO negativa potrebbe risalire presso il medio Atlantico, fornendo ulteriore energia alle azione di Blocking. Sarà interessante monitorare l’andamento delle fluttuazioni AO per stabilire le possibilità di formazione di un pattern anticiclonico con condizione EUL (Europe Low), con conseguenti azioni meridiane proprio intorno al periodo pasquale.
Ma torneremo su questa ipotesi poiché è in agguato anche il pattern opposto, ovvero propensione ad un Azzorre più spanciato e quindi un perdurare della semi-zonalità.