La ruota depressionaria, appena ad ovest della nostra Penisola, ha compiuto ulteriori passi verso levante, tanto che un relativo minimo al suolo si trova al momento posizionato sulle regioni centrali. La vicinanza del centro depressionario, non più profondo, ha attenuato in generale i venti meridionali, che ancora resistono solo sulle estreme regionali, ove tuttavia si è avuto un deciso calo termico.
La diminuzione termica risulta peraltro incentivata dalle celle temporalesche che stanno prendendo di mira varie zone del Sud. Si tratta di enormi “bestioni temporaleschi”, che si generano a causa di una condizioni atmosferica decisamente favorevole all’instabilità convettiva, lungo una direttrice obliqua che va dalla Sicilia Orientale verso la Puglia. Così, fra ieri ed oggi, si osservano cali nei valori termici diurni di circa 4-5 gradi: se 24 ore fa alcune località della Calabria e della Sicilia oltrepassavano i 25 gradi, la situazione odierna vede temperature massime non al di sopra dei 22 gradi.
Le estese celle temporalesche, che a più riprese stanno interessando fin da ieri le regioni meridionali, hanno portato notevoli disagi: la Calabria è stata la regione più colpita, in particolare fra il vibonese ed il catanzarese ove si stima siano caduti nella notte anche oltre 100 millimetri di pioggia in appena un’ora; non sono mancati allagamenti di terreni ed abitazioni, oltre alla caduta di alberi a causa d’intense raffiche di vento.
In questo momento i temporali più consistenti stanno prendendo di mira il Mar Ionio, coinvolgendo i versanti ionici della Calabria e la Puglia. La situazione è ancora lontana da un deciso miglioramento: vi sono alcune emissioni modellistiche ad alta risoluzione che prevedono la rigenerazione costante di cluster temporaleschi (coadiuvati dall’energia termica del mare), con il possibile coinvolgimento nelle prossime ore dei settori meridionali della Puglia.
Molto vivace l’instabilità che ancora interessa le restanti regioni italiane, in particolare i settori di ponente tirrenici, mentre i versanti adriatici sono più protetti e godono di ampie schiarite, a lunghi tratti. Tra Toscana, Lazio e la Sardegna si aggirano numerosi piccoli temporali, che portano un tempo variabile dalle caratteristiche quasi primaverili. Le aree temporalesche si trovano con maggior frequenza in mare aperto, anche in queste ore centrali della giornata, a conferma di come il Mediterraneo possieda ancora parte del calore man mano accumulato durante il semestre estivo.
Qualche pioggia sparsa interessa anche i settori montani del Nord, ma rispetto agli scorsi giorni si nota un deciso miglioramento, soprattutto per via dell’attenuazione del forte flusso meridionale negli strati medio-bassi dell’atmosfera. In questo senso per fortuna la situazione va lentamente migliorando anche sull’Alto Piemonte, in considerazione degli accumuli pluviometrici ingenti degli ultimi giorni. Fra le aree più colpite ieri il Verbano-Cusio e l’Ossola, ove nel complesso i totali pluviometrici in appena 72-96 ore hanno superato in qualche località addirittura i 300 millimetri.
Le eccezionali precipitazioni di questi giorni hanno notevolmente innevato l’Arco Alpino. Si è parlato d’accumuli di neve fresca frequentemente superiori ai 100-150 centimetri tra Val d’Aosta, Piemonte e Lombardia. Sull’Adamello, nell’alta Val Camonica, si segnalano addirittura due metri di neve. Questi importanti apporti nevosi risulteranno utilissimi nelle prossime settimane, se ad esempio si dovessero verificare situazioni atmosferiche meno congeniali ad abbondanti precipitazioni.