La stagione degli Uragani è partita piuttosto in sordina, a dispetto delle previsioni meteo che indicavano una stagione degli uragani caraibici più attiva del normale. Invece finora si sono contati diversi tifoni nel Pacifico, mentre vi è stata maggiore carenza di fenomeni in Oceano Atlantico.
Basti pensare che dal 14 al 20 agosto nessuna tempesta ed uragano ha coinvolto l’Atlantico. Un periodo così lungo non si era mai registrato dal 1982. Non si può quindi parlare di meteo estremo, a dispetto del global warming galoppante.
Ora però stiamo seguendo una tempesta che si fa sempre più minacciosa ed è diventata uragano, guadagnando forza nell’Atlantico in prossimità delle Isole Vergini. Nei prossimi giorni, scorrendo sulle acque calde tropicali, si prevede che Dorian si intensifichi ulteriormente, fino a toccare già venerdì la categoria 3.
Per tutto il fine settimana Dorian rimarrà un forte uragano, avanzando minaccioso verso la Florida. Milioni di residenti sono stati già avvisati ed è allerta massima in vista del probabile impatto atteso lunedì, momento nel quale la tempesta raggiungerà il picco e potrebbe divenire uragano di categoria 4.
La tempesta potrebbe abbattersi con venti massimi sostenuti fino a 200 km/h. Ci sono nel frattempo già disagi, in quanto le compagnie aeree hanno cancellato decine di voli, da e all’interno degli Stati Uniti. Il numero di cancellazioni aumenterà lunedì, quando Dorian sfonderà sulla costa atlantica della Florida.
Vige già la massima allerta dunque sulla Florida sia per le piogge torrenziali a seguito del landfall dell’uragano Dorian, sia per i venti tempestosi che per il sensibile innalzamento della marea sulla costa orientale, con previste ingenti inondazioni ulteriormente acuite da ragioni astronomiche.