Come succede oramai da alcuni anni, il Continente Antartico alterna degli inverni un po’ più miti della norma, ad estati che invece sono abbastanza fresche, tanto che, alla fine, l’escursione termica annua ne risulta diminuita.
Dall’analisi delle mappe NCEP di riassunto mensile, le temperature dell’Estate Antartica 2003-04, rapportate al livello del mare, risulterebbero più calde della norma, anche di 3-4°C, nella parte centrale del Continente, mentre sono state più basse della norma sulla zona ovest e periferica.
Tutta la zona occidentale dell’Antartide è risultata, infatti, più fredda della norma di almeno 1-2°C, raggiungendo un’anomalia termica negativa di -3°C, sulla Penisola Antartica.
Queste anomalie negative della temperatura si sono riflesse anche in un aumento della superficie ghiacciata, che è stata più elevata del normale proprio in corrispondenza della Penisola Antartica, raggiungendo, lo scorso mese di Febbraio, una estensione di 3,5 milioni di chilometri quadrati.
Dall’analisi del grafico, che mostra la variazione dell’estensione dei ghiacci antartici dal 1988 ad oggi, non sembra proprio di attraversare un periodo contraddistinto dall’Effetto serra.
Notiamo, infatti, un’estensione superficiale in graduale incremento a partire dal 1988, con un trend in netta risalita, fatto che contrasterebbe con le indicazioni di un riscaldamento globale.
Tuttavia, ricordiamo che temperature più elevate, in Antartide, significano anche umidità dell’aria maggiore, quindi un maggior quantitativo di neve caduta, che potrebbe spiegare questa anomalia di un’avanzata glaciale in pieno riscaldamento terrestre.