Abbiamo letto svariati articoli che provano a spiegare le correlazioni tra le condizioni meteo climatiche e l’evoluzione dell’epidemia di coronavirus/Covid-19.
Ovviamente sono tutti articoli scientifici e lungi da noi affrontare un argomento così delicato con la pretesa di saperne più di chi ha le competenze in materia. Ma di meteo, di climatologia, anche un po’ di scienza qualcosa la sappiamo e se autorevoli pubblicazioni – recentissime ovviamente – sostengono che il caldo potrebbe rallentare la diffusione del virus allora dobbiamo crederci.
Non si spiegherebbe, altrimenti, come mai nelle regioni dell’Equatore e nell’emisfero Australe il numero di contagi è minimo. Pensate, rappresenta appena il 6% del totale.
A questo punto c’è che ritiene che nei prossimi mesi gli scenari possano cambiare. Potremmo assistere allo spostamento della pandemia nell’altro emisfero, mentre qui da noi la situazione potrebbe migliorare. Non è detto, sono solo supposizioni sulla base di dati attentamente analizzati e sul confronto con l’andamento di altre epidemie simili (la SARS, giusto per citare un esempio).
E’ per questo motivo che non possiamo dar altro che augurarci un rapido aumento delle temperature. Le attuali condizioni termiche non aiutano, perché se è vero che il virus riscontrerebbe difficoltà con temperature medie superiori a 17°C beh, in questo momento siamo ben lontani da quei valori.
Dobbiamo sperare nell’Anticiclone africano e se ci pensate è davvero paradossale. L’abbiamo sempre criticato, l’abbiamo considerato il peggior incubo meteo climatico degli ultimi decenni. Ma stavolta potrebbe davvero aiutarci, potrebbe aiutarci a riprendere in mano le nostre vite, potrebbe aiutarci a salvare il salvabile prima che sia troppo tardi.
Poi sì, magari in Autunno potrebbe esserci un secondo picco così come sostenuto dagli stessi studi scientifici, ma sarà importante porre un freno all’attuale pandemia il prima possibile. In futuro si vedrà…