Se si dovesse parlare di questo inverno con uno spirito puramente freddofilo/nivofilo si potrebbe benissimo fare a meno di costruire una analisi della stagione appena trascorsa, ma dovendo stare sopra le parti ci si accorge subito che di cose da dire ce ne sono tante e che tutte queste cose portano a descrivere un inverno dalle caratteristiche eccezionali.
Dicembre è iniziato portandosi in eredità le pesanti anomalie termiche del trimestre precedente, un hp di natura subtropicale si è stanziato nell’Europa centrale, la nostra regione ne è stata sotto il dominio per lungo tempo e con valori che hanno superato i 1036 hPa; durante il mese non sono mancate 2 incursioni perturbate che hanno portato a precipitazioni che sono risultate nevose solo al di sopra dei 1000m.
Ci sono state occasioni per gelate e brinate mattutine ma non dovute a irruzioni artico-continentali ma bensì per merito di inversioni termiche su larga scala che hanno premiato in primis il basso Veneto.
Sul finire del mese, dopo il 26, il ritorno del dominio anticiclonico unito all’umidità accumulata grazie alle piogge ha portato i giusti presupposti per avere inversione termica e nebbie in pianura, gli effetti sono stati nebbie persistenti, galaverna e 1 o 2 giornate di ghiaccio a seconda delle località.
La temperatura minima più bassa registrata in pianura è stata di -4.4° a Castel Azzano seguita da Rovigo Granzette fermata a -4.1°, dati (MeteoVeneto) riferiti al giorno 27/12; La massima più alta è stata di 17,8° a Polesella il giorno 8/12. La temperatura media su base regionale è stata ovunque di 2/3° sopra la media.
Gennaio è iniziato con una sorpresa del tutto inaspettata, nella notte del giorno 2 infatti un passaggio perturbato veloce, più freddo dell’aria preesistente, ha attivato una ciclogenesi temporalesca che ha prodotto grandinate localmente violente concentrate prevalente tra bassa padovana e basso vicentino. Il mese è proseguito sotto il dominio serrato dell’hp in un regime di temperature sopra la media, grazie all’alternarsi di nebbie e nebbie alte l’escursione termica non è stata forte, di giorno si sono superati a fatica i 10° ma di notte e al primo mattino non vi sono quasi mai state brinate e gelate.
Dal 23 al 26 gennaio le condizioni meteorologiche sono peggiorate a causa di una ciclogenesi mediterranea, le temperature in un primo momento hanno faticato a scendere e con esse la neve sotto i 1300 m, poi la regione con l’esaurimento delle precipitazioni un repentino abbassamento della temperatura ha regalato delle magre soddisfazioni con brevi rovesci nevosi in pianura senza accumulo.
Il mese ha chiuso con una minima assoluta in pianura di -3,9° a Merlara registrata il 28/01 mentre la massima assoluta è stata di 14,9° registrata a Lendinara il 23/01.
La media mensile su base regionale si è aggirata tra i 2,5 e i 4° sopra la media di riferimento
Il mese ha chiuso con qualche gelata mattutina mentre febbraio si è aperto all’insegna delle nebbie anche persistenti e con il continuo dominio dell’alta pressione mentre in una fase successiva c’è stata una gradita sorpresa con il ritorno delle perturbazioni atlantiche, che in un contesto mite, si sono alternate a rimonte anticicloniche sub-tropicali; dopo le gelate e le temperature basse dei primi giorni si sono avute temperature massime ovunque superiori ai 10° mentre le minime sotto lo 0° sono diventate via via sempre più rare.
Il mese ha chiuso con una minima assoluta di -3° registrata a Ca’ di David mentre la massima assoluta è stata di 17,6° registrata sempre a Ca’ di david. La media mensile su base regionale è stata tra 1,5 e 2,5° sopra la media di riferimento.
Per un maggiore approfondimento segnaliamo qui sotto diversi articoli riguardanti la stagione invernale 2006/07 nella regione:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14669
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14714
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14896
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14909
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15005
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15064
In conclusione
Abbiamo descritto un inverno dalle caratteristiche eccezionali, storico per il caldo ovviamente, le giornate di gelo sono state nella maggior parte delle stazioni inferiori a 25 mentre negli ultimi anni superavano le 60, in montagna la neve ha latitato fino alle quote medie, mentre la media finale di tutto l’inverno è di +3° circa rispetto alle medie di riferimento; non c’è stato alcun periodo sotto la media termica e nel migliore dei casi ci si è solo rientrati. Poche sono state le note positive, tra le quali, le precipitazioni che sono state pressoché in media e addirittura in febbraio hanno leggermente abbondato, e in questo inverno si è avuto il ritorno delle nebbie persistenti, fenomeno che negli ultimi anni è divenuto sempre più raro.
Questa stagione, per la continuità delle pesanti anomalie termiche, è paragonabile alla caldissima estate del 2003, perciò pensiamo che a breve questo inverno storico faccia fatica a presentarsi nuovamente.
Dopo aver avuto tre stagioni fuori dai canoni di normale amministrazione non è auspicabile un immediato ritorno alla normalità climatica, a meno che questa normalità non sia quella che si sta già vivendo da diversi mesi.
Ha collaborato Marco Camera di www.meteoveneto.com