La primavera non ha di certo regalato agli italiani le tanto sospirate giornate calde ed assolate, ad eccezione di brevi periodi di stabilità con sole mite, talvolta eccessivamente cocente.
Una persona non “addetta ai lavori” classificherà la pioggia e l’instabilità avutasi dal 1° Marzo al 31 Maggio (ricordiamo che le stagioni meteorologiche non seguono i solstizi e gli equinozi) come un dato anomalo, come un fattore imprevisto che si è inserito nel primo dei due trimestri della bella stagione; molte persone, per altro, ricorderanno la primavera come notevolmente fresca, forse a causa delle ben distribuite piogge (con ovvie eccezioni) e dei cieli grigi.
In realtà la meteorologia non può seguire gli istinti umani e gli umori della gente ma deve seguire rigorosi schemi scientifici, i quali aiutano a capire l’andamento termico e precipitativo, la sinottica che si evolve, i fenomeni temporaleschi, etc etc: tutto ciò, messo assieme, ci aiuta a comprendere in modo migliore l’iter di un mese o di una stagione e ci permette di classificarli saggiamente e non in preda ai nostri sbalzi d’umore.
Spesso, negli ultimi giorni, ho sentito dire: “Beh, ma quando arriva il caldo? Sino ad ora ha fatto freddo”.
Prendo in esame le temperature degli ultimi due mesi, Aprile e Maggio: il primo è stato mediamente sopramedia, ad eccezione del nord che è stato complessivamente in media, ed il secondo è stato decisamente sopramedia termica.
Questo cosa significa? Che nonostante la nostra voglia di caldo, di giornate da passare in spiaggia o da passare in montagna c’è una Natura che ci governa e che deve essere rispettata e considerata.
Le piogge cadute sono state un toccasana per moltissime aree, ancor di più se si pensa ai deficit pluviometrici patiti da moltissime regioni italiane, in primis alcune zone del nord-ovest.
Però, detto ciò, non posso dar torto completamente alla volontà popolare, essendo io in primis un’amante della variabilità e quindi, dopo giorni di cieli grigi e piogge, è normale che in molti attendano qualche mite raggio di sole che allieti le loro giornate o i loro weekend.
Giugno non è partito con il piede giusto e come abbiamo detto nello scorso editoriale fatica a riprendersi; un poderoso pattern scandinavo di tipo SCAND+ ha minato pesantemente il tempo del Mediterraneo, permettendo alle infiltrazioni atlantiche di penetrare verso la nostra Penisola.
In queste ore, come già detto, c’è stato un parziale collassamento dell’anticiclone scandinavo, abbracciato da una bozza di ponte alto-pressorio atlantico e sospinto a sud con l’aiuto di nuove pulsazioni polari.
Nel frattempo si sono attivate correnti orientali e l’azione azzorriana ha permesso di lasciare ad est una sorta di palude barica con temporali sparsi sull’Italia ed aria ancora molto instabile.
Ora (e si vedrà meglio nelle prossime ore) l’azione di questo ponte alto-pressorio autorizzerà (lo si evince perfettamente dai movimenti del getto) un nuovo affondo di matrice oceanica-polare con una azione sinottica di tipo Rodano in un contesto ormai dominato dai movimenti dell’Azzorre e da un pattern scandinavo di tipo SCAND-; l’Italia sarà interessata da questa nuova onda perturbata e quindi è possibile prevedere il permanere di condizioni temporalesche, discretamente diffuse.
Questi movimenti del jet streak che appaiono di nuovo “dannosi” e portatori di maltempo ci danno facoltà di intravedere uno spiraglio estivo a lungo termine: lo schema SCAND-/EAJ- sarebbe in grado di far spanciare l’Azzorre verso la Penisola e non tarderebbe il pronto ingresso sub-tropicale (o un semplice supporto), con discrete possibilità che la seconda metà del mese risulti mediamente più stabile al centro-sud e, gradualmente, anche al nord.