Lo scorso weekend, come previsto, ha segnato un episodio di maltempo invernale molto significativo in tutta Italia, con la parziale eccezione del nordovest. Neve abbondante soprattutto sulle pianure emiliane ma anche, tra domenica e lunedì, sulle colline livornesi, il viterbese, Perugia, Ancona, oltre che nelle zone dove la presenza della Dama Bianca è più normale, ovvero in montagna. Da rimarcare i grandi accumuli, come non si vedevano da decenni, sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Alla neve è seguito il freddo, che si è fatto sentire, complice l’effetto albedo, soprattutto nelle zone innevate, con minime ampiamente sotto zero sulle pianure del nord e localmente nelle valli del centro. Una rimonta anticiclonica ha poi garantito una certa ripresa termica, soprattutto nei valori massimi e sulle regioni occidentali, ma un nuovo peggioramento si sta facendo strada, con una perturbazione che avanza dalla Francia portando nubi e piogge. La complicazione verrà dal fatto che, una volta lasciata passare la perturbazione, la porta atlantica si chiuderà di nuovo per una nuova espansione verso nord dell’anticiclone oceanico, che faciliterà una discesa di aria fredda che manterrà attiva una depressione sulle nostre regioni, con proseguimento del cattivo tempo e progressivo abbassamento della quota neve, che scenderà di nuovo forse fino al piano in Emilia, Oltrepò pavese e basso Piemonte e a quote collinari su Triveneto, Romagna, Marche e Toscana.
La giornata di oggi vedrà un graduale peggioramento sulla nostra penisola, con cielo coperto inizialmente al nord, nuvolosità in graduale estensione al centro, poi al sud entro sera, con la probabile eccezione del settore sud orientale, che resterà con tempo prevalentemente buono. La nuvolosità più consistente interesserà i settori occidentali della penisola. Precipitazioni cominceranno ad interessare Piemonte, Liguria e Sardegna, per poi estendersi, entro sera, su tutto il nord e, sul versante tirrenico, fino alla Sicilia. Isoterme ancora piuttosto basse garantiranno la neve sulle montagne a quote medie (1000-1100 m sull’Appennino settentrionale, qualcosa meno sulle Alpi).
Per sabato 6 marzo prevediamo al nord tempo uggioso e freddo, con pioggia su genovese e Riviera di Levante; deboli nevicate oltre i 3-500 m, soprattutto su Piemonte, varesotto, bellunese, alto pordenonese. Dalla tarda mattinata quota neve in rialzo in Appennino fino a 900-1000 m, in nuovo abbassamento in serata. In pianura pioggia, localmente mista a neve nei rovesci più intensi nel settore centro-occidentale. Vento moderato da est sull’ Adriatico, tramontana dal pomeriggio sulla Liguria.
Tempo perturbato al centro con cielo chiuso e piogge, a tratti intense, su Toscana, Lazio, Umbria ed Appennino in genere; neve oltre i 1000 m al mattino, i 1200-1300 m nel pomeriggio. In Sardegna tempo instabile, con schiarite alternate a qualche acquazzone o temporale; sulle coste adriatiche nuvoloso, con pioggia soprattutto verso sera. Nel pomeriggio/sera rischio di temporali sul litorale tirrenico. Temperatura stazionaria o in lieve calo. Vento moderato da sud-est; in rotazione a nordovest sulla Sardegna.
Nuvoloso al sud, con piogge sparse sin dal mattino su Campania, Calabria tirrenica e nord Sicilia; neve in Appennino oltre 900-1100 m, in risalita fino a 1400-1600 m. Nel pomeriggio piogge in arrivo in Basilicata, ed in serata sulle altre regioni. Temperatura in aumento in Sicilia. Vento in graduale rinforzo da sudest.
Schiarite domenica 7 marzo sul nordovest, specie in montagna; altrove cielo ancora nuvoloso con piogge sparse. Deboli nevicate fino a bassa quota (2-300 m) sulle Alpi; sull’Appennino quota neve in calo da 7-800 m al mattino fino a 3-400 m in serata, con precipitazioni localmente abbondanti. Possibili spruzzate in pianura in serata sull’Emilia. Temperatura in lieve calo, salvo effetti favonici al NW. Vento debole o moderato settentrionale.
Tempo instabile al centro, con brevi schiarite alternate a qualche acquazzone, più probabile al mattino sulla costa tirrenica, nel pomeriggio a ridosso dell’Appennino. Neve inizialmente oltre 1200-1300 m, in abbassamento prima del tramonto fino a 6-700 m sull’Appennino Toscano, 7-900 m su Umbria ed Appennino Marchigiano, 800-1100 m altrove. Temperatura in calo. Vento moderato in graduale rotazione da nord; forte maestrale sulla Sardegna.
Ancora pioggia al mattino al sud, con rischio di temporali su coste tirreniche e ioniche; neve oltre i 1400-1600 m. Nel pomeriggio qualche schiarita sulla Campania, in serata anche su Basilicata e regioni adriatiche. Nel frattempo le precipitazioni cesseranno quasi ovunque; salvo isolate nevicate sui rilievi oltre 900-1200 m. Temperatura stazionaria. Scirocco sul Canale d’Otranto, vento moderato da est/sudest altrove, in rotazione a ovest sui versanti occidentali.
Lunedì ancora nubi su tutte le regioni, con brevi rovesci nevosi fino a bassa quota al nord e sull’Appennino centrale, oltre 4-500 m al centro, 6-800 m al sud. Possibili acquazzoni o temporali sulle coste, alternati ad alcuni squarci di sereno. Freddo, accentuato dai venti tesi.
DOVE ANDIAMO
Per questo primo fine settimana di marzo andiamo fra le montagne della Valle d’Aosta, dirigendoci dal capoluogo dapprima verso ovest, lungo il fondovalle della Dora Baltea, poi nelle valli del Gran Paradiso, la Val di Rhemes e la Valsavarenche.
Risalendo, lasciata Aosta, la valle della Dora si incontra presto il Castello di Sarre, che si presenta nel suo rifacimento settecentesco. Da qui, proseguendo per la strada della Val di Cogne, la più orientale delle valli del Gran Paradiso, si raggiunge in breve il Castello di Aymavilles.
Ma quest’oggi non è Cogne la nostra meta, per cui torniamo in Valle e saliamo ancora fino al medievale Castello di Saint Pierre, manomesso nell’800, che ospita il Museo Regionale di Scienze Naturali. Poco dopo eccoci a Villeneuve, località di villeggiatura sovrastati dai ruderi dello Chatel Angel, del sec.XIII.
A Villeneuve abbandoniamo il solco della Dora, risalendo una strada sul lato destro orografico, che ci porta presto a Introd, poco oltre quota 850, dove confluiscono le strade delle nostre due valli (Introd deriva da “entre eaux”, tra le acque), la Val di Rhemes a ovest e la Valsavarenche a est. A Introd da vedere la caratteristica Cascina L’Ola dalle tozze colonne in pietra e loggiato ligneo, e il Castello del ‘300, poco sopra l’abitato.
Risalendo la Val di Rhemes, percorsa dalla Dora omonima, si supera poco oltre i 1200 metri Rhemes-Saint-Georges, giungendo infine ai 1725 di Rhemes-Notre-Dame. E’ questo in realtà un comune sparso, con la sede comunale nel piccolo paesetto di Bruil, sito in un ambiente alpestre dominato dalla Granta Parei. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso comincia sul fianco destro della valle e merita un’occhiata il relativo Centro Visitatori Renzo Videsott. Rhemes-Saint-Georges non ha certo la mondanità e l’affollamento delle più importanti stazioni alpine della regione, ma offre comunque opportunità sia per gli appassionati di sci alpino sia per chi preferisce il fondo.
Fatto salvo l’eventuale pericolo di slavine (informarsi in loco), molto bella è la passeggiata, da fare magari con le “ciaspole”, proseguendo nel fondovalle fino al Rifugio Benevolo (m 2285), 4 km più avanti.
Tornati a Introd, risaliamo ora la Valsavarenche, interamente compresa nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. La sede comunale è il piccolo abitato di Degioz, ai piedi di un’antica frana, con la Grivola a sovrastare. Nell’abitato qualche antica casa ancora in tronchi di conifera e i ricordi della cacce di Vittorio Emanuele II. Sempre a Degioz si trovano un altro Centro Visitatori del Parco e la Parrocchiale della Madonna del Carmine, che ha un bel campanile con bifore e trifore del 1483.
Risalendo ancora la valle si incontrano le poche case di Eau-Rousse, a quota 1870, e alla testata (m 1960) Pont, località alpestre in bellissima posizione, base per l’escursione al Rifugio Vittorio Emanuele II, a sua volta frequentato nella bella stagione per la salita al Gran Paradiso, con gli sci nella stagione primaverile, a piedi in estate. Da Pont un contestato percorso stradale, ovviamente impraticabile in inverno (ma credo chiuso al traffico privato anche in estate) conduce fino agli oltre 2600 metri del Colle del Nivolet, nel cuore del Gruppo del Gran Paradiso, al confine con il Piemonte (sull’opposto versante si scende a Ceresole Reale).
Se rimane qualche ora per una rapida visita di Aosta, di cui abbiamo già parlato in passato in questa rubrica, conviene privilegiare una passeggiata che parta dall’Arco di Augusto (25 a.C.), preveda la deviazione per Sant’Orso, oltrepassi la Porta Pretoria (sec.I a.C.), nei pressi della quale sono le rovine del Teatro Romano, per raggiungere, una volta attraversata la centrale, vasta, Piazza Chanoux (dominata dalla mole del Municipio), la Piazza della Cattedrale, sul sito del Foro Romano (resti).
Le specialità tipiche valdostane sono a base di fontina: fonduta, costolette alla valdostana, soupe valpellineintze. Molti, come spesso nelle zone di montagna, i piatti di cacciagione. Citiamo la mocetta, coscia di stambecco salata e conservata. Tipici anche la polenta concia e la carbonade, spezzatino cotto nel vino. Un posto d’onore lo occupa poi il lardo di Arnad. Dolci locali tegole e torcetti, in zona chiude spesso il menu dei locali la crema di Cogne con le tegole. Non mancano i vini pregiati, tra cui citiamo il Blanc de Morgez e il Montjovet di Villeneueve. Liquori il Genepì e l’Herbetet.
Riferendoci ad Aosta, prevediamo per sabato una giornata con precipitazioni moderate, che andranno calando in serata, per esaurirsi probabilmente nella notte su domenica. Le temperature minima e massima saranno rispettivamente intorno a 1° e 3°C in città, per cui al mattino avremo neve, magari mista a pioggia, poi prevarrà la pioggia, con neve oltre 700 metri. Domenica avremo nuvolosità variabile, con prevalenza di schiarite. In quota le temperature scenderanno di 2°-3°C, ma l’insorgenza del vento di foehn e il soleggiamento spingeranno in su la massima, che raggiungerà i 6°/7°C, dopo gli 0°/-1°C circa della notte.