Come accennato ieri, in un precedente editoriale, e come oggi viene confermato dalle due elaborazione numeriche così distanti tra loro, ma certamente quasi a “ricalco”, nell’evoluzione entro le 48 h, si pone un costante interrogativo molto importante.
Riuscirà questa depressione, nascente in area mediterranea sulle coste centrali tirreniche, a portare neve in piano sulle regioni Padane?
Se osserviamo ed accostiamo le due carte, possiamo certamente rimarcare un fattore chiaro e di importanza determinante per quanto detto sopra.
Sia UKMO che GFS mostrano correnti al suolo e sul levante della nostra Penisola, sino ad arrivare alle regioni padane di NE, con una direttrice che non può essere considerata assolutamente di origine “nord balcanica”. Anzi, il modello UKMO evidenzia maggiormente questa tesi: le correnti scivolando attraverso il bordo orientale della bassa pressione sono originanti dal medio e basso adriatico con una certa componente, io direi molto chiara, che “sgorga” dalla sorgenti del basso Mediterraneo centro orientale.
Cosa dicono invece le GFS, nel loro aggiornamento delle 12, per altro non molto dissimile a quello di prima emissione?
Una situazione leggermente differente da quella UKMO, per la stessa ora, ma che nella sostanza non cambia in assoluto la soluzione previsionale. Siamo ad una proiezione, data la vicinanza temporale, che presenta un accadimento, quindi verifica, che può essere valutabile ben oltre il 70%.
Il modello americano, sposta di qualche grado verso est la depressione, questo per maggior risoluzione dello stesso; evidenzia sempre e chiaramente che sul bordo orientale della LP non vi sono chiare correnti da nord est, regioni padane di orientali; ma correnti al suolo della stemma matrice che il primo modello sembra voler “marcare” maggiormente.
Detto questo, e nonostante le esaltanti previsioni dei centro meteo nazionali, non sussistono possibilità, perlomeno entro fine settimana, di neve a quote basse sul settore padano centro orientale
Se vi saranno manifestazione nevose, in chiaro, queste saranno localizzate a quote intorno i 400 mt circa, mentre per quando riguarda le regioni del ponente, e qui mi riferisco alla Lombardia più occidentale ed al Piemonte, la possibilità di neve potrebbe scendere anche sotto la soglia dei 300/400 mt.
Ripeto situazione totalmente diversa da quella del recente passato e con configurazioni bariche non proprio invitanti.
Ovviamente questa è una situazione che ha un’estensione massima temporale che è entro l’arco del fine settimana.
Per le altre regioni, a sud della Padana, comprese tra il Lazio settentrionale e Marche centrali, quota neve oltre i 600/700 mt.. Ma questo solo nella tarda giornata di domenica.
Il ritorno del freddo, quindi una nuova sferzata invernale, si manifesterà solo dopo lunedì.
Un solo accenno (anche se prematuro): questa nuova avvezione, che si prospetta al momento, molto più robusta di quella di fine febbraio ed inizi di marzo; potrebbe portare neve a quote molto basse sulle regioni interne centrali sino a lambire le coste di Marche ed Abruzzi.