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Tutti i dati della STORICA ondata di gelo e neve abbattutasi sull’Italia nell’Aprile 2003!

di Francesco Silenzi
09 Apr 2005 - 10:09
in Senza categoria
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La notte del 7 aprile, con le bassissime isoterme a 500 hPa. La neve imbiancò persino Bari! Fonte Carte di Reanalisi del MeteoGiornale.
In questi giorni ricorre il 2° anniversario di quella che è stata senz’altro una delle più intense ondate di freddo e neve per Aprile che la nostra Penisola abbia mai vissuto almeno dal secondo dopo guerra, paragonabile (ma per certi versi superiore) soltanto a quella dell’Aprile del 1956.

Si trattò di un rilevante episodio invernale, già notevole se si fosse verificato tra Dicembre e Febbraio, ma tanto più straordinario visto che si era ormai quasi alla fine della prima decade di Aprile! La genesi dell’irruzione fredda ci porta ai primi giorni del mese, quando un blocco d’aria molto fredda già si era gradualmente formato sulla Scandinavia e il Nord-Est dell’Europa in genere. Intorno al 05 del mese un forte anticiclone disposto sui meridiani interessava il vicino Atlantico e aveva posizionato i suoi massimi nei pressi del Regno Unito. Come spesso accade, la spinta all’aria gelida la diede proprio questa alta pressione, che col suo moto verso nord-est fece scivolare verso sud aria freddissima dalla Groenlandia, in direzione della Scandinavia prima e poi del Centro Europa, dei Balcani e dell’Italia.

Un primo impulso freddo scese di gran carriera nella giornata di Sabato 05 Aprile dal Mar Baltico, attraversando la Polonia e portandosi a fine giornata nei pressi delle Alpi. Ma fu nella giornata di Domenica 06 Aprile 2003 che l’irruzione fredda cominciò a far parlare di sé.

Quel giorno temperature assai basse per essere Aprile e nevicate diffuse, unite a forti venti settentrionali, si erano impadroniti di Paesi Baltici, Polonia, Germania Orientale, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Balcani settentrionali. Ad Helsinki c’era appena 1° sottozero al primo pomeriggio, con vento tempestoso da nord, mentre Danzica, sulla costa del Baltico in Polonia, registrava -2° con rovesci di neve e raffiche da nord oltre i 60 km/h.. Anche Praga era sotto la neve a metà giornata, col termometro caduto in picchiata fino a toccare -1°. In Austria le temperature oscillavano alle quote più basse tra gli 0° e i +5°, nonostante fosse pieno giorno, e anche qui non mancavano forti rovesci nevosi.

Sull’Italia il primo, intenso impulso freddo da E/NE sfociò lungo l’Adriatico nel corso del pomeriggio e della serata, interessando in particolare le zone orientali del Paese. Le temperature erano costantemente diminuite col passare delle ore, ma il nocciolo freddo vero e proprio fece calare i termometri ancora di qualche grado. Inoltre l’aria gelida, passando sull’Adriatico, divenne instabile e cominciarono le prime piogge ed i primi rovesci dal Veneto alla Puglia. Dalla sera, sul Nord-Est e il Medio Adriatico presero a spirare intensi venti di Bora e Tramontana e la neve iniziò a cadere a quote molto basse o addirittura (mista a pioggia) fino in pianura. Il limite delle nevicate, verso le 20:30 di Domenica 06 Aprile 2003, si attestava sui 300-400 mt. slm in Veneto, Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Sempre in serata, ormai tutto il Centro Europa era sottozero, dalla Germania alla Romania e dalla Polonia all’Austria. Inoltre l’intera regione era colpita da rovesci di neve anche forti e diffusi. Ecco alcune temperature di quel giorno (minime della notte e massime): Bolzano +12° / +17° (fohn, ma poi +9° alle 19:00 con vento intenso da n/ne), Trieste +8° / +10°, Venezia +4° / +11°, Torino +6° / +20°, Firenze +4° / +20°, Ancona +2° / +14°, Pescara +2° / +13°, Bari +6° / +16° (ma alle 19:00 c’erano appena 6° con vento intenso da n/ne e pioggia).

Il giorno seguente, Lunedì 07 Aprile 2003, l’Italia entrò nel clou dell’ondata di gelo e neve! Le correnti nord-orientali affluirono infatti più franche e decise sulla Penisola intera, dimostrandosi però più attive, come sempre accade in queste situazioni, nelle zone orientali e centro-meridionali del Paese. Da quel momento al giorno seguente, l’intera Penisola avrebbe scritto pagine di storia meteorologica… Ecco alcuni dati che rendono l’idea di cosa accadde quell’eccezionale lunedì di 2 anni fa: sulla Marmolada si toccarono i -26°, mentre lo Stelvio scese a -20°. Alle 07:45 del mattino c’erano -14° a Passo Rolle, mentre sia sul Cimone che sul Terminillo il termometro era precipitato a -10° con nebbia e fortissimi venti nord-orientali. Sulle Alpi Orientali si avevano valori fino a -16° intorno ai 1600 mt. di quota. Il Gran Sasso fu teatro per l’intera giornata di una colossale tempesta di neve: a Campo Imperatore il termometro scese fino a -14° e i venti che spiravano da nord-est raggiunsero addirittura i 159 km/h.! Nella notte tra Domenica 06 Aprile e Lunedì 07 Aprile la neve era caduta fino in pianura su parte del Nord-Est, sulla Romagna, le Marche e l’Abruzzo, ma con accumuli a partire dai 200-300 metri slm. Camerino, nell’Appennino Marchigiano, si era svegliata con 10 cm. al suolo e una minima di -4°. Anche nella pianura friulana si era scesi fin verso i -4°, ma valori sottozero, grazie a delle schiarite e ad un’attenuazione del vento, si avevano pure nelle zone pianeggianti di Marche e Romagna. Rovesci nevosi sparsi fino a quote bassissime avevano attraversato anche la Toscana e il Lazio, dove c’era stato un eccezionale crollo termico, così come a Milano (qui persi 16° in poche ore, sotto la spinta di un violento vento orientale). Freddo intenso e neve fino in collina pure in Campania. Un’abbondante nevicata accumulò 30 cm. a Potenza, ma persino i rilievi calabri sopra i 300 mt erano imbiancati copiosamente; nella regione i fiocchi scesero a tratti fin sui litorali! Nevicate a bassa quota ed a tratti in pianura interessavano al mattino pure la Basilicata e la Puglia: quest’ultima regione era tutta imbiancata all’interno, quasi fino a quote pianeggianti. Sempre al mattino, la neve era scesa sotto forma di rovesci pure sulla costa dell’Abruzzo, specie a Pescara e nel Chietino, imbiancando per un po’ il suolo. Tutto ciò mentre al Nord il tempo andava temporaneamente migliorando.

Ma da metà giornata una ritornante fredda e nevosa abbracciò il Nord-Est, il Medio Adriatico e parte del restante settentrione! Gli eventi meteorologici evolvevano di minuto in minuto, e la situazione precipitò specie nel corso del primo pomeriggio. La neve prese a cadere anche con notevole intensità su Parma, Brescia, Venezia, Rimini, Ancona, Pescara, Chieti, Sulmona, Potenza e Campobasso, solo per fare alcuni nomi. Nel Nord-Est si abbatterono veri e propri blizzard, con raffiche violente da E/NE, mentre alle 13:00 c’era appena +1° a Venezia con nebbia e neve fitta. Breve blizzard anche su Bologna e Forlì! Campobasso era sotto una bufera di neve e in pieno giorno il termometro segnava appena -3°. Nel corso del pomeriggio i rovesci nevosi si accanirono in particolare sulla zona di Forlì e sulla costa presso Ancona, ma anche su tratti costieri dell’Abruzzo e della Puglia, così come in tutto l’entroterra delle regioni orientali del Centro-Sud. La neve scese persino a Cosenza, Catanzaro e Bari città! In serata e nella tarda serata di Lunedì 07 Aprile 2003, la Pianura Padana era al gelo: i termometri segnavano in molti casi valori sui -2°, come a Modena, grazie al cielo rasserenatosi. Le correnti tese da nord-est provocavano invece ancora forte instabilità sulla Romagna e le regioni orientali del Centro-Sud, dove si attardavano rovesci nevosi fino al piano, localmente intensi: col passare delle ore le spiagge da Cattolica a Pescara vennero imbiancate dalla neve, accompagnata in alcuni casi da tuoni e fulmini. La temperatura scese sottozero sia a Foggia che nel resto dell’entroterra pugliese, mentre Bari toccò gli zero gradi (un record imbattuto dal lontano 1956!). Sempre durante la serata del 07 Aprile sul Cimone si era scesi a -13°… Ecco alcuni valori termici di quel giorno in Italia (minime della notte e massime): Bolzano +2° / +6°, Trieste +3° / +9°, Venezia +0° / +8°, Torino +2° / +13°, Bologna -1° / +7°, Perugia +0° / +6°, Firenze +2° / +12°, Ancona -1° / +7°, Pescara +0° / +7°, L’Aquila -3° / +5°, Roma +5° / +10°, Campobasso -4° / +1°, Potenza n.p. / +0°, Bari +2° / +7°.

La notte successiva, quella dell’08 Aprile 2003, vennero battuti numerosi record del freddo e della neve per Aprile! Autentiche bufere di neve si abbatterono sulle coste di Romagna, Marche e Abruzzo, imbiancando città come Rimini, Ancona e Pescara, per poi accanirsi sui litorali di Molise e Puglia. Un dato su tutti dà pienamente l’idea dell’eccezionalità dell’evento: la mattina dell’08 Aprile sulla spiaggia di TERMOLI vennero misurati tra i 25 ed i 30 CENTIMETRI di NEVE, caduti con una temperatura di +0°!!! Anche Bari venne copiosamente imbiancata e la temperatura scese ad un valore da record: ben -1°. Persino Lecce e Brindisi furono imbiancate in questa pazza giornata di Aprile! Addirittura venne chiuso per diverse ore l’Aeroporto di Bari Palese, così come un tratto dell’A14 presso Pescara, a causa della neve! Ma un po’ tutte le strade dell’entroterra delle regioni adriatiche erano rese pericolose dal ghiaccio e dalla neve: a Serra San Quirico, sui 350 mt. in provincia di Ancona, c’erano 10 cm. sulla carreggiata, con il termometro inchiodato a -4°! Nell’interno della Puglia gli accumuli superavano in molti casi i 30 cm. e la temperatura era scesa abbondantemente sottozero. Sul resto della Penisola, dove cioè non nevicava più, bastarono le temperature minime a far parlare di sé! I rasserenamenti notturni fecero scendere tutto il Centro-Nord abbondantemente sottozero, neanche fosse pieno gennaio. Ecco alcuni valori: minima di -7.9° registrata fuori Modena, di -6° a Malpensa, di -5.5° a Faenza, di -8° a Belluno, di -5° a Pisa e Perugia, di -12° a Tarvisio, di -11.5° a Predazzo (TN) e di -15° ad Arabba. Ma pure il Centro-Sud fu sferzato da pesanti gelate: L’Aquila scese a -7° e Catanzaro a -4°, mentre si toccarono -14° sul Terminillo. La minima ad Ancona segnò un valore record di -2°, così come a Pescara. Roma e Napoli si fermarono a -1°, mentre Campobasso segnava addirittura -6° e +0° soltanto si toccavano a Santa Maria di Leuca. Per non parlare della Sila, dove si registravano punte di -15°. Nel corso della giornata, però, il tempo migliorò nettamente anche su tutto il Centro-Sud, ma le temperature, seppure risalite di qualche grado, permasero assai rigide (ancor più se paragonate ai valori medi di Aprile!).

Una così violenta e tardiva ondata di gelo non poté non causare pesantissimi danni all’agricoltura e alla vegetazione in genere…

Nei giorni seguenti la ferita invernale aperta nel cuore della primavera dalle gelide correnti da nord-est si ricucì abbastanza rapidamente e la stagione tornò a fare il suo corso.

Ma nessuno poteva ancora immaginare che, dopo neanche un mese, l’Italia avrebbe dovuto affrontare una delle estati più lunghe, calde e siccitose a memoria d’uomo, quella appunto del 2003…

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