Da qualche anno il NOAA, ente governativo statunitense, emette verso la primavera una previsione sulla imminente stagione degli uragani la quale ipotizza una probabilità che sia più o meno intensa rispetto alla norma.
Le previsioni sugli uragani assurgono ad una grande importanza, specie in un momento in cui il mondo ha sperimentato una stagione eccezionale (2005), facente parte di un ciclo di attività tropicale più intensa del normale che parte in realtà dal 1995.
In questo articolo ci occuperemo di capire come i recenti metodi di previsione probabilistica, trovino supporto nella scoperta di alcune dinamiche climatiche cicliche a larga scala, codificate in indici numerici, di recente scoperta: vediamo quali.
Negli ultimi decenni l’attività tropicale nell’Oceano Atlantico ha subito diverse fluttuazioni di intensità: si è avuto un periodo di grande intensità all’incirca tra il 1920 e il 1960; un altro di intensità medio bassa nel periodo 1970-1994; infine il periodo in corso, di forte intensità, partito dal 1995 e che viene stimato possa durare almeno 20-30 anni.
Si è visto come in questi periodi multidecennali, vi siano state alcune peculiarità climatiche di ampio raggio.
Gli studi portati avanti dal centro di previsioni climatiche, dalla divisione di ricerca sugli Uragani e dal centro nazionale Uragani, hanno portato alla scoperta del tropical multi-decadal signal, un’oscillazione climatica che si ritiene determinante, combinata con il ciclo ENSO (El Niño Southern Oscillation), per la formazione delle tempeste tropicali in Atlantico.
Il tropical multi-decadal signal tiene conto di fattori atmosferici e oceanici e in particolare valuta tre fattori determinanti per l’incremento delle condizioni ideali alla formazione degli uragani: la temperatura superficiale dell’Oceano Atlantico Tropicale, i monsoni dell’Africa occidentale e della zona amazzonica.
I dati rilevati a partire dagli anni ’50 delineano una oscillazione di questo indice (tropical multi-decadal signal) e trovano nel periodo dal ’95 in poi condizioni propizie alla formazione di potenti tempeste tropicali.
A partire dal 1995 nell’ordine vengono infatti riscontrati:
1. un riscaldamento delle acque vicino all’Oceano Atlantico tropicale;
2. un forte monsone nella zona dell’ovest Africa;
3. un debole monsone nella zona amazzonica.
Se andiamo ad analizzare le condizioni avute nel 2005 ci accorgiamo che i fattori determinanti alla formazione di tempeste tropicali sono stati:
1. il riscaldamento nell’Oceano Atlantico tropicale. In particolare i gradi delle acque necessari per la creazione e il sostentamento di un uragano devono essere di almeno 80°F (26.7°C). Nel 2005 siamo andati leggermente oltre quel valore;
2. basso wind-shear nella zona tropicale atlantica;
3. indice AEJ (African Easterly Jet) favorevole alla formazione di sistemi depressionari tropicali in movimento verso ovest dalle coste africane fino all’Atlantico occidentale.
L’indice El Niño è il secondo parametro preso in esame per la previsione.
Nel 1984 il Dr. William Gray dell’Università di Stato del Colorado scopre che il Niño e la Niña (ciclo ENSO) possono influenzare l’attività della stagione degli uragani. Di solito questi fenomeni accadono ciclicamente ogni 3-5 anni e generalmente possono durare dai 9 ai 15 mesi.
L’indice Niño indica un riscaldamento delle acque della zona equatoriale dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, favorendo i fenomeni di convezione, i quali possono inibire la formazione degli uragani atlantici grazie alla formazione di condizioni con elevato wind-shear nell’Atlantico tropicale.
La Niña, ossia il raffredamento delle acque della zona equatoriale del centro-est Pacifico, invece limita la convezione atmosferica e può provocare condizioni di basso wind-shear nella zona tropicale atlantica.
Il ciclo ENSO non è determinante da solo, ma la sua combinazione con un indice tropical multi-decadal signal favorevole, può causare una stagione degli uragani estremamente intensa.
In pratica la combinazione positiva dei due fattori è indice di una stagione molto probabilmente intensa, l’indice negativo di entrambi indica una stagione probabilmente poco intensa. Tra i due, sembra però maggiormente determinante il tropical multi-decadal signal.
Se andiamo a vedere quello che è successo negli ultimi anni ci accorgiamo infatti che mentre dal ’70 al ’94 abbiamo avuto un’attività tropicale normale o inferiore alla media (in corrispondenza a condizioni normali o influenzate dal Niño), dal ’95 essa si è intensificata (intensa stagione nel 2002 prima del 2005), anche in caso di presenza del Niño, eccetto nel ’97.
Nel 2005, nonostante una condizione neutra del ciclo ENSO nell’Oceano Pacifico, in presenza di un favorevole indice tropical multi-decadal signal, come ben sappiamo la stagione tropicale ha avuto intensità record.
In un successivo articolo approfondiremo le previsioni stagionali riguardo ai possibili Landfall degli uragani e le cause della loro difficoltà realizzative.
Fonte informazioni www.noaa.org