Ciò che andremo a proporvi è frutto dell’analisi di uno dei modelli matematici più autorevoli e considerato il più affidabile del “curcus”: l’europeo ECMWF. Ma prima di addentrarci nel trend meteo climatico del bimestre in oggetto (gennaio-febbraio) proviamo a capire come si è comportato nel mese di dicembre. O meglio, il trend meteo climatico di dicembre è stato azzeccato? La risposta la troviamo nella prima mappa allegata, dove grazie alla distribuzione delle anomalie bariche possiamo dirvi che la “previsione” è stata decente. Stiamo parlando dell’ultima corsa utile, quella che fu elaborata durante i primi giorni del mese.
Possiamo aggiungere che non soltanto abbiamo avuto un modello barico abbastanza fedele, anche le anomalie termiche sono apparse prossime alla realtà dei fatti. E’ stato sottovalutato il gran freddo degli USA settentrionali, mentre per quanto riguarda l’Europa non siamo molto distanti da quanto sta accadendo.
Ma passiamo al nuovo anno, visto e considerato che in molti vorranno sapere cosa aspettarsi da fennaio e febbraio. Rispetto a dicembre avremo delle differenze sostanziali. La più eclatante, secondo noi, potrebbe essere rappresentata da un possente blocco anticiclonico nel nord-est del Pacifico. Stiamo parlando di una struttura capace di recitare un ruolo da protagonista nella distribuzione delle strutture bariche emisferiche.
Un blocco persistente in quella posizione è un fattore molto favorevole allo scivolamento di aria gelida dal Canada agli Stati Uniti, gelo che si muove lungo il fianco orientale dell’Alta Pressione. Non solo, tale struttura è in grado di modulare la corrente a getto con evidenti ripercussioni anche in Atlantico. Cosa significa nello specifico? Semplicemente condizioni più miti per l’Europa (indice NAO positivo). Ed è ciò che possiamo notare chiaramente nella seconda immagine allegata, immagine che ci mostra le anomalie termiche a 850mb (circa 1.500 metri di altitudine).
Febbraio 2020 sembra destinato a proseguire sulla stessa strada, con ancora la struttura anticiclonica nel nordest del Pacifico e conseguenti anomalie termiche positive su gran parte d’Europa. Osservando la terza immagine allegata sembra quasi di vedere la fotocopia del mese precedente.
Ciò non significa che non ci saranno ondate di freddo in Europa, significa però che tali episodi potrebbero essere pochi e limitati nel tempo. Ma è chiaro che tutto potrebbe cambiare qualora le dinamiche a carico del Vortice Polare dovessero condurci verso una rottura dello stesso. Perché ciò avvenga, però, abbiamo necessità di un cosiddetto “pattern a 2 onde”, ovvero abbiamo necessità che oltre all’Anticiclone del Pacifico si risvegli anche l’Anticiclone Atlantico. Vedremo.
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