Abbiamo perso la prima avvezione fredda, che caratterizza da qualche decennio a questa parte gli inizi della stagione di transizione; ma non otterremmo, da questo risultato, nulla in riguardo ad “imminenti stravolgimenti climatici”. Solo una complicazione in più.
La risposta più ovvia a questa marcata ondulazione delle correnti nel comparto Atlantico, conduce con sé tutti i problemi , in un riassunto veloce, che hanno caratterizzato tutta questa fase di inverno tardivo. Ovviamente non possiamo relazionare il tutto con le attuali condizioni stagionali, né tantomeno cercare degli agganci azzardati.
Quello che si prospetta potrebbe essere una delle configurazioni bariche più “imprevedibili”: anticiclone in sede scandinava.
In effetti la disposizione delle correnti alla quota di 500 hpa, nel lungo raggio, disegna un flusso mite, molto consistente, che viene prodotto da un “netto salto d’ onda”, che con il suo asse di saccatura, dal Labrador alla Spagna, porta aria calda (scambi termici) dalle coste ispano-africane sino alle regioni polari. Questo “peculiare” getto di correnti, nel suo lungo percorso, potrebbe, in una prima fase, arrecare disturbi nell’atmosfera (instabilità orografica) a livello delle nostre regioni centro settentrionali, in particolar riguardo a quelle di nord ovest, per finire poi nelle “terre polari” con il risulto di formare una cella altopressoria, di matrice dinamica, in prossimità dei Paesi scandinavi.
L’ “Out-look” previsionale (per meglio farsi intendere previsione a lunga gittata), vedrebbe un periodo, a partire da l’ultima decade del mese in corso, con crescenti possibilità precipitative per le nostre ” trascurate regioni” (centro settentrionali di ponente), con una successiva affermazione di un’area altopressoria, molto più a nord e dai caratteri molto più insidiosi.
Nulla di allarmante… ma quando nel comparto europeo “appare” questa configurazione, o perlomeno un accenno di essa, sembra quasi “scontata” una ” totale crisi” dei modelli atmosferici.
Non vogliamo con questo fare del “terrorismo meteo” (meteo thriller), ma segnalare che molte delle “pseudo certezze”, aldilà dei clamori e nei titoli, possono e sono in grado di “stravolgere” ogni più rosea aspettativa primaverile.
Questa struttura pressoria è stata letta molte volte, nel trascorso inverno, ed ogni volta che sembrava imporsi, con le varianti del caso, ha condotto con sé dei risultati molto evidenti: fasi di “anticipato caldo” seguite da periodi, anche medio lunghi, di temperature in rapida discesa.
Al momento possiamo solo trasmetterla come una semplice e non “ambiziosa” osservazione sinottica, riservandoci ulteriori approfondimenti in prossime occasioni.