Nella notte fra sabato 30 e domenica 31 marzo scatterà il ritorno all’ora legale, con lo spostamento delle lancette in avanti di 60 minuti dalle 2 alle 3 mattutine. Si dormirà quindi un’ora in meno, ma in compenso di sera si potrà beneficiare di un’ora di luce in più.
L’ora legale rimpiazza l’ora solare, e tra le altre cose in particolare fa risparmiare sull’energia sfruttando un minore uso dell’illuminazione elettrica: esiste in Italia dal 1916 e fu adottata mentre il paese era impegnata nella Prima guerra mondiale.
Con la Repubblica italiana dal 1948 l’ora legale non venne più utilizzata, per essere poi reintrodotta nel 1966, in periodo di crisi energetica: durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre.
Solo dal 1980 il periodo di azione dell’ora legale venne allungato a sei mesi. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme al resto dell’Europa, quando la fine del periodo d’ora legale fu spostato all’ultima domenica di ottobre.
Il cambio d’ora porta tuttavia degli effetti negativi anche sul nostro organismo, che può faticare ad abituarsi. Almeno il 15 per cento degli italiani soffrirà di affaticamento, irritabilità, fatica nella concentrazione, emicrania e insonnia per il passaggio all’ora legale.
Ci sono quindi i pro e i contro sul cambio dell’ora, tema tanto dibattuto da anni tanto che di recente si è optato in Europa per l’abolizione del cambio dell’ora. Dal 2021 gli Stati membri dovranno decidere se tenere solo l’ora legale o quella solare, abolendo di fatto il cambio.