Il dominio del beltempo che ha caratterizzato la seconda parte di febbraio è finito, a scalzare l’alta pressione ci hanno pensato dei continui disturbi atlantici che già nella giornata di domenica hanno prodotto le prime piogge. Lunedì e martedì sono state 2 giornate interlocutorie mentre nelle giornate di mercoledì e di ieri il maltempo si è fatto sentire.
La caratteristica della perturbazione accompagnata da venti meridionali, ha premiato la pianura settentrionale e le zone montuose per effetto dello stau, meno cospicue le precipitazioni nella parte meridionale della regione, soprattutto nelle località costiere.
La perturbazione è giunta sulla regione accompagnata da una bassa pressione record, 975 hPa il valore toccato da molte stazioni, comunque a seconda delle zone la pressione si è attestata tra 973 e 977 hPa, un valore raggiunto solo poche volte nell’ultimo secolo.
Nella giornata di mercoledì gli accumuli di pioggia hanno toccato i 116 mm sul Faloria, tra 35 e 70 mm nella pianura settentrionale e sulle zone montuose, tra 15 e 35 mm nella fascia centrale e nel basso Veneto, sotto i 15 mm nelle zone costiere e nelle zone più settentrionali di montagna.
Nella giornata di giovedì il maltempo ha colpito ancor di più le zone montuose: fino a 136 mm sul Cansiglio, tra 60 e 100 mm l’accumulo nelle Prealpi, tra 30 e 60 mm l’accumulo nella pianura settentrionale. Sotto i 30 mm molte zone del Veneto meridionale e costiero.
In montagna le condizioni meteo sono state dominate dalla neve caduta molto in basso rispetto alle previsioni: fino a 600 m di quota nelle valli dolomitiche, fino a 800m sulle prealpi, le quote previste erano più alte di 500 m.
Gli accumuli da inizio peggioramento hanno superato i 60 cm, di seguito alcuni dati aggiornati alla serata di giovedì: Zoldo Alto 63 cm, Borca di Cadore 45cm. Neve anche nella famosa Cortina: sono caduti 55 cm di neve, quest’anno la stagione sciistica si profila più lunga del solito. 70 cm l’accumulo ad Arabba , l’accumulo di neve fresca da fine novembre raggiunge i 6 m.
La neve accumulata negli ultimi giorni è stata spesso umida e pesante, perciò il rischio valanghe si è alzato da 3 a 4: i versanti più critici sono quelli più ripidi a manto erboso. Problemi anche sui tetti dove la neve scivola trascinando a terra anche caminetti e tegole e spesso le case sono situate ai bordi delle strade rendendo quest’ultime molto pericolose
Per i dati si ringrazia il Centro Valanghe di Arabba e Alberto Perer di Centro Meteo Dolomiti.