Un Satellite minaccia la Terra UARS (acronimo di Upper Atmosphere Research Satellite) è il nome del Satellite artificiale, che venne portato in orbita dallo shuttle Discovery nel settembre 1991 per studiare l’atmosfera e lo strato d’ozono. Questo veicolo spaziale ha volato per anni ad una quota di 575 chilometri, ma alla fine del 2005 sono iniziate le operazioni di “fine vita”, con l’abbassamento del suo perigeo (il punto più vicino alla Terra nell’orbita descritta attorno ad essa) a 370 metri. Si è così verificato un lento decadimento dell’orbita, che lo porterà al rientro “forzato” sulla Terra atteso fra qualche giorno.
La NASA conferma quest’insidioso rientro, sottolineando di non poter essere in grado di predire l’area precisa di caduta definitiva. Il veicolo spaziale tenderà in gran parte a disintegrarsi e bruciarsi in atmosfera, ma secondo alcune ultimissime simulazioni almeno 26 frammenti (costituiti in titanio e berillio), per un peso complessivo di 532 chilogrammi, potrebbero sopravvivere e raggiungere il suolo: come già sottolineato, la zona dell’impatto resta un’incognita e viene stimata entro un raggio di 600km attorno al punto in cui il satellite si disintegrerà sulla nostra atmosfera.
Le aree a rischio di poter incorrere nella caduta dei frammenti sono quelle comprese tra il 57° di latitudine Nord e 57° di latitudine Sud, quindi una vastissima porzione emisferica che comprende anche gran parte delle terre emerse. Naturalmente le maggiori probabilità fanno propendere che i frammenti possano andare a finire negli Oceani e, a proposito di aree terrestri, sembrano leggermente più in “pericolo” territori come il Canada ed il Sud America. Un minimo di preoccupazione è inevitabile, essendoci un potenziale coinvolgimento di zone densamente abitate.
La NASA ci tiene comunque a precisare che finora mai nessuno è rimasto vittima di frammenti di satelliti caduti al suolo, in quanto va considerato che questo non è certo il primo satellite che cade incontrollato verso il nostro Pianeta. Per l’occasione si è calcolata comunque come la probabilità che un essere umano possa essere coinvolto risulta pari ad un 1 su 3200. Va detto infine che le aree esatte dell’impatto non si dovrebbero sapere prima di due ore dall’evento, quindi in caso di eventuale caduta (pur così remota) su terre emerse, sarebbe alquanto complicato mettere in sicurezza la popolazione.