E’ bene aprire subito una parentesi. Il freddo non è gelo e in tanti probabilmente sosteranno che non c’è neppure necessità di specificarlo. Altri invece, appena leggono la parola freddo, pensano alle nevicate a bassa quota. Sbagliato. Sarebbe senz’altro corretto immaginare l’Inverno, ma non necessariamente le fioccate a quote collinari. E’ innegabile che se i Modelli confermassero gli scenari odierni – ad onor del vero dobbiamo dire che è da giorni che i Centri di Calcolo appaiono concordi nel consegnare parte dell’Europa nelle mani del Generale Inverno – calerebbero le temperature e la diminuzione potrebbe risultare marcata. Per intenderci, si andrebbe su valori al di sotto della norma.
Ma c’è anche da dire che in passato è accaduto spesso che a fine Novembre giungessero le prime nevicate. E se ciò accadesse nei prossimi giorni beh, non vi sarebbe niente di cui stupirsi. Se attribuire al freddo un altro significato è scorretto, lo è altrettanto sostenere pericolose ipotesi evolutive sul prossimo trimestre. Associare una sfuriata Artica, più o meno precoce, ad un Inverno coi fiocchi non avrebbe alcun senso. Limitiamoci ad osservare quel che accadrà e a prenderne i frutti come tali. Nulla più.
Ora vi starete domandando… ma perché questa lunga premessa? Semplice. La prossima settimana pare destinata a condurre un possente nucleo Artico sull’Europa orientale. L’aria fredda potrebbe dirigersi verso i Paesi centro occidentali: dalle Isole Britanniche alla Francia, passando dalla Germania. E l’Italia? Considerando che verrà a scavarsi un’ampia area di Bassa Pressione tra il Mediterraneo e la Polonia – o giù di lì – parte dell’aria fredda potrebbe fluire sin da noi. Le temperature comincerebbero a calare lunedì ed ancor più nei giorni successivi, e il regime di instabilità che dovrebbe tenerci compagnia potrebbe portare la neve anche in Appennino. Ovviamente a quote, visto il periodo, relativamente basse.
Ma andiamo con ordine. La nuova perturbazione comincerà a manifestarsi sabato, interessando le regioni del Nordovest, la Toscana e la Sardegna. Le precipitazioni si intensificheranno su tutto il settore nord occidentale nel corso della sera e la notte successiva potrebbe determinare condizioni di forte maltempo. Maltempo che domenica si propagherà alle regioni del Nordest e le precipitazioni potrebbero risultare di forte entità. Forti rovesci dovrebbero interessare anche le regioni del versante tirrenico perlomeno sino alla Campania. Al Nordovest e in Sardegna vigerà un regime di instabilità, che vedrà alternarsi piogge sparse a qualche momento di pausa. Andrà meglio su versanti adriatici e ionici, anche perché a prevalere saranno le correnti di Libeccio.
Abbiamo tralasciato la giornata di domani perché, lo si è detto, sarà la più assolata dell’intera settimana. Giusto però concedergli un po’ di spazio, perché in alcune regioni insisteranno nubi sparse e qualche pioggia. Anzitutto nelle prime del mattino cadranno piogge piuttosto vivaci sulle Venezie, mentre tra pomeriggio e sera non va esclusa la possibilità di isolati piovaschi tra Toscana e Lazio. Le regioni del versante tirrenico, infatti, risulteranno le più soggette ad annuvolamenti localmente vivaci.
Ma passiamo al lunedì. Ribadiamo la formazione di una vasta area di Bassa Pressione tra l’Italia e l’Europa occidentale. Una configurazione ideale al mantenimento di un regime di spiccata instabilità. Tra l’altro le regioni Meridionali saranno oggetto di un peggioramento che potrebbe determinare anche forti rovesci.
Nei giorni a seguire fluirà aria più fredda e caleranno le temperature. Giubbotti a portata di mano, ma anche ombrelli. Come detto il tempo si manterrà instabile, o comunque variabile. E le precipitazioni che cadranno potrebbero risultare nevose sui rilievi sino a quote relativamente basse.