Abbiamo parlato a lungo dello stratwarming, e delle sue possibile conseguenze a scala nord emisferica.
Tutti i meteofili oramai conoscono i meccanismi in base ai quali un forte riscaldamento della stratosfera, durante la stagione invernale, determina successivamente la formazione di anticicloni polari, con conseguenti discese fredde che interessano spesso la parte orientale degli Stati Uniti e la Russia Centrale, ma che a volte possono interessare in pieno anche il Mediterraneo Centrale.
Tutti sanno, ad esempio, che la grande ondata di gelo del Gennaio 1985 ebbe una genesi simile a quella descritta.
Il fenomeno dello Stratcooling è invece molto meno conosciuto.
Esaminando il grafico della temperatura media a 10 hPa al di sopra del Polo, notiamo sia l’imponente Stratwarming che ha interessato la zona tra Gennaio e Febbraio (ma con “punte” di riscaldamento anche in Novembre e Dicembre), probabile causa del rigido inverno europeo, sia l’altrettanto insolito raffreddamento stratosferico intervenuto da metà febbraio in avanti.
Questo secondo fenomeno, noto sotto il nome di “Stratcooling”, è più raro, e tende a manifestarsi solitamente nella prima parte della Primavera meteorologica, quando la stratosfera stenta a riscaldarsi con l’avanzare della stagione.
Nei primi giorni di Aprile si nota la tendenza ad una improvvisa risalita termica, con la Stratosfera polare che cerca di riallineare al periodo stagionale il proprio profilo termico.
Tale riallineamento improvviso, provoca poi nella bassa troposfera fenomeni simili a quelli innescati da uno Stratwarming, con formazione di anticicloni polari e discese fredde che possono interessare anche il bacino centrale del Mediterraneo.
Questo, ad esempio, è quanto accadde in passato nel rigido e nevoso (sui monti italiani), mese di Aprile del 1986.
Si tratta, ovviamente, di un’ipotesi, basata su analoghi casi avvenuti in passato.
Al tempo dei prossimi giorni spetterà una verifica di questo tipo di previsione e della sua validità.