Il catastrofico film di Roland Emmerich è giunto da qualche giorno in Italia, su internet sono disponibili i trailer, ma suggerisco vivamente di andarlo a vedere per intero.
Il film racconta in circa due ore, il realizzarsi di uno sconvolgimento climatico in tutto l’Emisfero Nord del Pianeta. Le scene del film sono ambientate in America.
Il film lancia vari messaggi, non solo sul clima, ma anche sociali. Fa rabbrividire la scena in cui si vedono migliaia di americani che cercano di superare il confine sbarrato con il Messico, per fuggire dall’imminente glaciazione.
Il messaggio del Presidente degli USA che si rivolge ai popoli del Terzo Mondo chiedendo loro umilmente aiuto.
Sul film c’è davvero molto da dire, in questo editoriale ritengo sia utile approfondire alcuni aspetti sui fenomeni meteorologici o climatici.
Il blocco della Corrente del Golfo
A taluni questo appare come il fenomeno più azzardato dell’intero film, al contrario è uno degli scenari che nella realtà potrebbe essere il più possibile, il più realistico, il più vero.
Sono note le ricerche di vari scienziati che hanno rilevato una diminuzione della salinità della regione oceanica dove si sviluppa la Corrente del Golfo, dovuta al maggiore apporto di acqua dolce derivante dallo scioglimento dei ghiacciai.
Nel film risulta inverosimile il raffreddamento così rapido e direi improvviso della Corrente del Golfo, che però ha come concausa l’aumento di salinità marina. Si parla di inversione dei due Poli (magnetici?!).
Secondo i rilevamenti di alcune boe, vi sarebbe un crollo di 13°C della temperature.
Ho verificato le temperature invernali delle aree oceaniche dove nel film sono installate le boe meteorologiche e ho rilevato che su tutta l’area, la temperatura superficiale del mare è inferiore ai +12°C, pertanto non si potrebbe avere una diminuzione della temperatura di 13°C, se non con un congelamento immediato dell’Oceano.
La grandine a Tokio e su Los Angeles
La grandine è un fenomeno assai diffuso nel nostro Pianeta, si ha notizia di chicchi davvero di grandi dimensioni che feriscono persone e animali, ma talvolta le uccidono.
Gli effetti speciali della grandinata sono deludenti: cadevano blocchi di ghiaccio, per fortuna le due scene si sono concluse rapidamente.
La famiglia di twister su Los Angeles
Direi ottimi effetti speciali sono presenti in quasi tutte le scene del film: si resta impietriti ad osservare ogni scena di questo fantastico film.
Il fenomeno meteorologico ha dell’inverosimile e dello spettacolare, con decine di grandi trombe d’aria che devastano la metropoli americana, con un cielo spettrale. Mi chiedo, come mai non pioveva con quel cielo nero e tutta quella congestione atmosferica? Tra le varie trombe d’aria volavano elicotteri che riprendevano in diretta la scena meteorologica.
In sintesi, ottimo effetto ottico, ma assenza di realtà sotto l’aspetto meteorologico, dato che con decine di trombe d’aria gli elicotteri non volano e di solito le condizioni meteorologiche sono ostili e suggeriscono la via di un riparo.
L’unica reale situazione meteorologica del grande temporale di Los Angeles è la vista dal satellite di due supercelle che si uniscono portandosi sulla città provenendo dal mare, e la super grandinata sulla costa della città.
La superpioggia su New York
Ottimo, splendido effetto, ottima percezione della realtà, con un temporale infinito, estremamente piovoso, con mille saette che solcano il cielo della metropoli. Forse con tutta quella pioggia, da diluvio universale, la città ha retto troppo a lungo nel tempo alle intemperie.
Le super basse pressioni
Nelle Filippine è stato registrato il minimo di Bassa Pressione più “basso” da quando si rileva la pressione atmosferica, con un valore di 877 hPa al suolo. Le superdepressioni viste nel film hanno della fantascienza, forse, ma anche un’evoluzione che lascia dei vuoti di irrazionalità.
La super ondata che allaga New York
Forse esagerata, paragonabile ad uno tsunami, ma le onde di tempesta possono avere dimensioni impensabili.
Il 21 settembre 1938, uno dei più disastrosi uragani che abbiano mai interessato territorio americano, raggiunse Fire Island (siamo appena ad est di New York). L’uragano viaggiava alla straordinaria velocità stimata di 113 km/h, con venti superiori ai 200 km/h.
La spiaggia di Westhampton, nell’isola di Fire Island, fu raggiunta dall’onda di tempesta alta circa 20 metri.
E’ pertanto presumibile che una superdepressione, possa generare onde marine così alte come quelle viste nel film, di 85/110 metri.
Il super occhio di un ciclone
Prima del 1902 si pensava che la temperatura con l’altezza diminuisse sino a raggiungere nella mesosfera lo Zero Assoluto (-273°C).
Lo scienziato Léon Philiphe Teisserenc de Bort, nel 1902, dopo aver esaminato i dati acquisiti da ben 236 violi di palloni che si erano spinti oltre gli 11 km di altezza, scoprì che dopo questa altitudine la temperatura non scende allo stesso modo che avviene nei primi 11 km.
Studi successivi hanno fatto considerevoli scoperte, tra cui quello del “riscaldamento di tipo esplosivo”, avvenuto nel 1952 dall’Università di Berlino (prof. R. Schearhag). Il meteorologo scoprì che a quote tra i 15 ed i 20 km di altezza, si possono avere alterazioni rapidissime della temperatura anche in sole 24 ore, come il forte riscaldamento dell’aria di anche oltre 40°C rispetto al giorno precedente (da qui, specie dagli anni ’60 si svolsero avanzati studi di quello che oggi viene chiamato Strat Warming).
Nell’alta stratosfera e nella mesosfera, la temperatura tende a salire, sino a valori che da 0°C raggiungono i +50°C.
Nel film vediamo che le superdepressioni sviluppano un occhio di Bassa Pressione che aspira aria freddissima dalla stratosfera, che gela all’istante palazzi ed esseri umani.
Per vari motivi la dinamica di queste depressioni è da fantascienza. E’ noto che nell’occhio dei cicloni le temperature sono più alte delle zone circostanti, con calma di vento (anche nel film c’è calma di vento) e alta umidità.
Semmai, come si vede nel film, si verificasse un “crollo o risucchio di aria fredda dalla stratosfera” verso i bassi strati, con una diminuzione della temperatura in pochi secondi sino ad oltre -100°C non ci sarebbe calma di vento. Lo vediamo anche nelle raffiche di un piccolo temporale, quando l’aria fredda viene spinta verso il basso.
E’ chiaro, il film vuole sorprendere il telespettatore e ci riesce, con l’aria gelida dell’occhio del ciclone che congela all’istante ogni cosa. Un fenomeno meteorologico, secondo gli scienziati del film, mai visto prima, ma direi irreale.
Qualche errore di terminologia
Il film è stato curato alla perfezione nei termini e nelle teorie, tanto da renderlo estremamente credibile. E’ sfuggito, forse, il parolone “supercella” dato alle grandi depressioni, vaste ciascuna come un Continente.
Il termine supercella è comunemente utilizzato per definire un’intensa area temporalesca che ruota attorno ad un asse del suo sistema nuvoloso. Tuttavia, la parola è da intendersi, forse, come supercellula depressionaria.
Perché è fantasia?
Il film non è realistico per gli effetti delle grandi aree di Bassa Pressione: se nel lato occidentale della Bassa Pressione vi fossero potenti irruzioni di aria fredda, con grandi nevicate, nel lato orientale vi sarebbero grandi piogge e richiami di aria calda: nel film questo non viene visto, si ottiene una rapida Glaciazione di tutto l’Emisfero Nord.
C’è anche da dire che se vi fosse un blocco della Corrente del Golfo, che è per altro collegata alle grandi correnti oceaniche di tutto il Globo, gli sconvolgimenti climatici non sarebbero tutti a carico dell’Emisfero Nord.
Anche il Sud del Pianeta, seppure fosse estate, avrebbe dovuto avere uno sconvolgimento del clima.
Una riflessione
Il film vuole senza dubbio lanciare un meritevole segnale ai governi del Pianeta, lancia un messaggio d’invito a non prestare indifferenza alle notizie che hanno avviato un processo irreversibile, se non si interviene, che porterà a cambiamenti climatici.
Tutti gli enti meteorologici e che studiano il clima, evidenziano un eccessivo e troppo rapido riscaldamento del Pianeta Terra. E’ noto che nell’Atmosfera, la composizione di gas definiti “serra” è in forte aumento e che potrebbe avere serie responsabilità sui cambiamenti climatici che ormai sono percepiti da tutti.
Ma i dubbi restano, così nel mondo scientifico si schierano due fondamentali linee di pensiero: una che crede ad un aumento dell’effetto serra per causa antropica, una seconda che afferma che i cambiamenti climatici in corso non sono causati dall’uomo.
Il protocollo di Kjoto viene ignorato dai Paesi che probabilmente sono i maggiori inquinatori del Pianeta.
Effetto serra sì, effetto serra no, che diritto abbiamo di inquinare il Pianeta, di alterare e distruggere i paesaggi per puro egoismo dello sfruttamento energetico?
Il film è solo un racconto estremo di quello che potrebbe avvenire, ma se solo il 10% di quanto raccontato si realizzasse sarebbe una tragedia.
Un applauso estremo, tutti in piedi quindi, a chi ha realizzato l’opera cinematografica, che non offre solo spettacolo, ma fa parlare di sé in tutto il Pianeta, su temi di interesse collettivo a quali si dà importanza quando è troppo tardi.
Negli USA in questi giorni si piangono le vittime della paurosa serie di twister che, giorno dopo giorno flagellano interi stati (ben 200 in un solo fine settimana); in Europa sono state dimenticate le vittime del caldo dell’estate 2003, anche se il timore di altro caldo anomalo resta nella pelle di tutti.
Serve un’acquisizione di civiltà mirata al rispetto del Pianeta, non solo riducendo le sostanze inquinanti, ma evitando di deturpare irrimediabilmente il paesaggio solo per “mera” avidità di danaro frutto del fallimento della nostra civiltà.
Per informazioni, il sito ufficiale del film:
www.thedayaftertomorrowmovie.com