Una profonda depressione, il cui perno si è spostato sul sud della Norvegia, guida un’ampia perturbazione che sta interessando diversi paesi del Centro Europa e le nazioni baltiche, al cui seguito affluiscono masse d’aria moderatamente fresche da nord, i cui maggiori effetti si percepiscono soprattutto sulle Isole Britanniche, ove il clima quasi autunnale è avvalorato dalle temperature incapaci di raggiungere i 20 gradi in pieno giorno (Edinburgo e Dublino fra le località più fresche, con 14 e 16 gradi di valori massimi).
Il sistema frontale d’origine nord-atlantica, adagiato fino alle zone alpine, non è in grado di guadagnare ulteriore terreno più a sud, in quanto l’anticiclone afromediterraneo difenderà con le unghie e con i denti l’attuale dominio, andando semmai ad imporre la propria supremazia su posizioni nuovamente più settentrionali, una volta che l’assalto instabile sarà stato costretto a procedere verso levante.
Le zone alpine sono interessate quindi solo dalla coda del fronte instabile in scorrimento sulle medie latitudini europee: la parte più attiva è quella che si sta appoggiando sui settori alpini orientali, ove si accenderanno i maggiori temporali, dagli effetti comunque limitati per via della resistenza dell’anticiclone. Il campo anticiclonico butta quindi acqua sul fuoco dell’instabilità, ma osservando con attenzione lo scenario del Nord Italia non mancano nubi localmente compatte di tipo medio-basso in varie zone, specie in Liguria: questa nuvolosità è trasportata dal flusso umido sud/occidentale richiamato dal sistema frontale e non mancano locali pioviggini, stimolate dal profilo orografico favorevole per via dello sbarramento dei rilievi appenninici alle umide correnti provenienti dal mare.