Nonostante gli alti valori pressionari al suolo delle strutture anticicloniche nordafricana sul Mediterraneo (1020 hPa) e di Barbeleis sopra i settori austro-ungarici (1025 hPa) si notano vasti cedimenti in quota sul settore centro-orientale europeo.
Le spinte del fronte freddo mitteleuropeo hanno messo a nudo tutte le debolezze di queste due strutture anticicloniche. I valori di geopotenziali in quota non sono molto rilevanti, lasciando campo libero agli affondi depressionari sull’Est Europeo.
In pieno Oceano, in attesa dell’ancora lontana risalita azzorriana verso nord a 1026 hPa, si assiste al dispiegamento dell’enorme fronte occluso del ciclone Peter (992 hPa). Il suo vortice colpisce la Scozia ed il Mare del Nord, sino ad adagiarsi sopra i fiordi norvegesi.
Scontri termici si possono osservare sopra i Balcani meridionali e la Grecia. Questo è l’asse di contatto tra l’affondo depressionario e l’alta pressione subtropicale. Da questa situazione è pronta a formarsi un’ansa depressionaria che punterà nelle prossime 48 ore ad aggredire l’Italia attraverso il versante ionico.
Alterazioni termiche figlie del lungo strascico del fronte freddo mitteleuropeo, con conseguenti fenomeni temporaleschi, sono nuovamente in pieno sviluppo sulla Penisola Iberica e Francia meridionale.
L’ampio corpo ciclonico nordatlantico fa paura nella sua estensione. Esso riesce a produrre anche fenomeni temporaleschi, come si nota dalla presenza di cumulonembi sopra la Scozia, ma non dovrebbe esser causa di fenomeni violenti.