Nell’ambito di un inverno che praticamente non si è visto nulla o quasi, la primavera sembra anticipare le mosse: è come se ci trovassimo di fronte ad un’anomala staffetta da un infinito autunno ad una primavera che, anche calendario alla mano, è ormai incombente. La colossale grandinata (almeno per abbondanza) della serata di ieri su Milano è il sintomo di quanto appena detto, con il contesto climatico che mostra molto precocemente scoppiettanti fenomeni tipicamente primaverili. E’ bastata l’intrusione d’aria fredda in quota, che ha trovato aria relativamente più temperata ed umida nei bassi strati, con la genesi di cumulnembi temporaleschi molto imponenti per il periodo. E quest’instabilità così vivace sarà la caratteristica anche dei prossimi giorni, sebbene in un contesto un po’ più freddo.
Manifestazioni temporalesche localizzate, accompagnate da grandine, si sono sviluppate nelle ultime ore sul Centro Italia e sul Nord-Est, sempre per effetto del dilagare d’aria fredda d’origine polare in quota, in contrapposizione con il riscaldamento diurno. E se grandina a valle, in pianura e sulle coste, ecco che in montagna (non solo sulle Alpi, ma anche sul Nord Appennino) ritroviamo panorami invernali per questi temporali associati a rovesci nevosi. La neve, come sovente accade durante i rovesci più intensi, può spingersi a quote temporaneamente molto più basse rispetto allo zero termico (altitudine alla quale si trova la temperatura di 0°C): l’immagine in basso mostra un forte rovescio nevoso nel primo pomeriggio su Fiumalbo, località dell’Appennino Modenese a circa 950 metri di quota.