A giugno solitamente viene il bel tempo. Le vanità anticicloniche divengono evidenti, siano esse di tipo Atlantico o di natura africana. Gli ultimi anni hanno visto prevalere il secondo tipo, perché l’Alta delle Azzorre – quella che un tempo si stabiliva per tre mesi nel Mediterraneo – se ne stava in Atlantico venendo a trovarci soltanto qualche volta. Se il caldo diventava insopportabile è perché l’aria calda sahariana veniva da noi, magari con lo Scirocco, magari con elevati tassi d’umidità. Caldo afoso, fastidioso al nostro organismo, che sappiamo combattere il calore attraverso il meccanismo della sudorazione. Se c’è troppa umidità la traspirazione della pelle viene limitata e così ci si sente quasi soffocare.
Quando invece c’era l’Anticiclone oceanico l’aria era più mite. E’ vero, magari durante il giorno faceva caldo, soprattutto nelle zone interne. Ma di notte si respirava e poi era un caldo secco, che non dava fastidio. In tanti rimpiangono quelle Estati, in tanti vorrebbero tre mesi col sole, magari con qualche temporale sui rilievi. Magari con la classica “rottura ferragostana”, quando le prime perturbazioni atlantiche iniziavano a lambire l’Italia causando un lento declino estivo iniziando dalle regioni Settentrionali.
Non è detto che quest’anno si cambi registro, ma stabilirlo fin da ora non è possibile. Possiamo soltanto darvi cenno del tempo della prossima settimana e le notizie per gli amanti del solleone sono ottime. I modelli confermano infatti una rimonta anticiclonica africana, destinata soprattutto alle Isole ed al Sud. Farà caldo anche al Centro, probabilmente anche al Nord. Ma un po’ meno. Qui, infatti, si insinueranno spifferi d’aria umida che creeranno i presupposti per una prosecuzione dell’attività temporalesca sulle Alpi.
Domani, intanto, il tempo sarà bello da Nord a Sud. Tanto sole, un po’ di caldo, poche nubi. Il lato un po’ più debole dell’Alta Pressione sarà quello settentrionale, tanto che sull’Italia Settentrionale – nel Nordovest soprattutto – si insinuerà un po’ d’aria umida che vivacizzerà l’instabilità lungo la cerchia alpina. Gli episodi temporaleschi più consistenti dovrebbero riguardare la Valle d’Aosta e il Piemonte. Sui monti della Lombardia, su quelli dell’Alto Adige e del Veneto gli acquazzoni cadranno in modo intermittente, specie tra pomeriggio e sera.
Le correnti da sudovest, innescate da una perturbazione in approfondimento sulla Spagna, fluiranno anche nei primi giorni settimanali, innescando ulteriori manifestazioni temporaleschi sui monti del Nord Italia. Fenomeni che saranno più vivaci su Piemonte e Valle d’Aosta, ma che potrebbero risultare più diffusi anche nelle altre aree montagnose delle Alpi. Tra l’altro potrebbero esservi locali sconfinamenti nelle zone pedemontane e forse persino in qualche area di pianura. Tra lunedì e martedì sussiste poi il rischio che qualche temporale vada a crearsi lungo la dorsale appenninica e nelle aree più interne delle due Isole. Ma si tratterà di episodi piuttosto circoscritti e di breve durata.
Mercoledì potrebbe iniziare la prima, vera, ondata di caldo. Una bolla d’aria molto calda in risalita dal Sahara andrebbe infatti a coinvolgere le Isole, poi il Sud e parte del Centro. Temperature in netto rialzo, valori ben oltre le medie stagionali. Il riscaldamento dovrebbe rivelarsi maggiore nelle aree interne, mentre lungo le coste le brezze potrebbero attutire un pochino la risalita.
Al Nord, probabilmente, l’impennata delle temperature potrebbe essere smorzata da un costante afflusso d’aria umida, che tra l’altro manterrebbe viva l’instabilità sulle Alpi. Ovviamente è difficile entrare troppo nel dettaglio, i giorni che ci separano sono troppi e qualche modifica all’impianto circolatorio andrebbe a modificare anche il tempo sull’Italia. Quel che è certo è che l’Estate, ora, sembra voler spingere sull’acceleratore.