Molti abitanti del Centro Nord, alzandosi stamattina, hanno guardato stupiti il cielo sopra le loro teste.
La causa, ovviamente, sta nelle particelle di sabbia portate dal cuore del deserto africano.
Non si tratta, tuttavia, di sabbia vera e propria, ma di polveri desertiche finissime (diametro dell’ordine del micron), che hanno un peso talmente ridotto da poter essere trasportate dai venti fino alle alte quote troposferiche, e, da qui, possono compiere viaggi di milioni di chilometri.
I granelli di sabbia veri e propri possono essere trasportati solo per poche centinaia di metri, malgrado la forza del vento.
Nella giornata di ieri, 20 Febbraio, la mappa emessa per le ore 12 dall’università tedesca di Kohln, mostra un’ampia depressione al suolo sviluppatasi tra il Nord Africa ed il Portogallo, con centro all’incirca a nord ovest del Marocco.
Questo ha provocato forti venti al suolo dalla direzione sud sull’Algeria, ove si sono misurati fino al 80 kmh di velocità del famoso “ghibli”.
Il simbolo della tempesta di sabbia è comparso sulla mappa sinottica, e c’era da aspettarsi che, vista la direzione di provenienza della perturbazione, le particelle microscopiche sollevate dal forte vento potessero raggiungere anche la nostra Penisola.
Un fenomeno piuttosto raro ed impressionante, ma perfettamente naturale, si riscontra sulle catene Alpine ed Appenniniche, ove tali particelle, possono fungere da nuclei di condensazione, dando origine a nevicate di colore rosso.
Un tempo, questo tipo di neve, chiamata “Nevicata di sangue”, o di “carne”, incuteva timore e spaventi, nella superstiziosa popolazione medievale.