Lungi da noi smorzare gli entusiasmi di chi vorrebbe una svolta meteo climatica degna di tal nome.
La svolta ci sarà, punto e basta. E guardate che non sarà indolore: presumibilmente registreremo fenomeni violenti, presumibilmente avremo un crollo delle temperature. Probabilmente avremo grandinate, si agiteranno i mari, il vento soffierà forte. Tutto farà pensare all’autunno, oppure alla fine dell’estate.
Ma quel che ci chiediamo, visto che il nostro lavoro è anche quello di guardare oltre, è se siamo dinanzi a una svolta definitiva o se ci sarà spazio per nuovi sussulti africani. Or bene, per rispondervi ci si deve necessariamente basare su analisi modellistiche, proiezioni stagionali e perché no, sull’esperienza.
Le proiezioni stagionali americane, lo ripetiamo, suggerirebbero un mese di settembre caldo e siccitoso al pari del trimestre precedente. Le analisi modellistiche, o meglio, le analisi di alcuni pattern climatici suggeriscono modifiche meteo climatiche sostanziali a livelli europeo. Il Mediterraneo potrebbe rappresentare la terra di mezzo, se preferite un limbo, incastonato tra nuovi tentativi anticiclonici sahariani e le prime grosse depressioni oceaniche.
Guardando ai modelli nudi e crudi, ecco che la rottura estiva diverrebbe conclamata. Altre perturbazioni sembrerebbero poter approfittare della ferita aperta per insinuarsi sulle nostre regioni. Ma a prescindere dalla soluzione, ciò che emerge è che rispetto ad altre ben note estate (una su tutte, il 2003), quest’anno sembra che l’autunno voglia rispettare le consegne. Andrà realmente così?