L’articolo non vuole in alcun modo creare illusioni o disilludere qualcuno. Vogliamo semplicemente darvi conto di determinate dinamiche atmosferiche e degli effetti che potrebbero avere da qui a febbraio. No, non stiamo esagerando. I processi termodinamici a carico del Vortice Polare – perché di ciò si parla – sono in grado di condizionare un’intera stagione. O quasi.
Sicuramente avrete notato proiezioni invernali per la prima settimana del 2017 e sicuramente avrete notato come nelle ultime corse modellistiche quegli stessi scenari stiano mostrando ampie rivisitazioni. Or bene, sapete perché? Perché al momento i centri di calcolo non sono capaci di inquadrare al meglio ciò che sta accadendo ai vari livelli dell’atmosfera.
Detto che il sorprendente rinforzo del Vortice Polare è assodato, non resta che capire se il raffreddamento sarà in grado di propagarsi lungo l’intera colonna atmosferica. Non solo. Anche qualora dovesse riuscire a raggiungere la troposfera, non sappiamo se quest’ultima si mostrerà ricettiva come accaduto in passato (giusto per citarvi due esempi, nel 2014 e nel 2015 si verificarono episodi simili). Se dovessimo avere quello che in gergo tecnico prende il nome di “condizionamento”, ogni velleità invernale verrebbe procrastinata presumibilmente a fine gennaio o persino a febbraio.
Ma se la troposfera – che quest’anno, almeno sinora, sembra muoversi autonomamente – non dovesse mostrarsi ricettiva, gli scenari invernali ipotizzati dai modelli potrebbero realizzarsi. Scenari che peraltro potrebbero rientrare in un naturale processo di riassestamento prima che il Vortice appiattisca le correnti d’alta quota e che determini staticità anticiclonica sino a data da destinarsi. Come finirà? Non lo sappiamo, perché in fondo le dinamiche atmosferiche sono belle anche per la loro imprevedibilità…