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Struttura depressionaria ancora ben attiva, resterà lungamente protagonista

di Mauro Meloni
21 Mar 2007 - 22:41
in Senza categoria
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Quanta instabilità, ben evidenziata da questa recente immagine del Meteosat8 sul campo dell'infrarosso, dovuta alla presenza dell'area ciclonica fredda in quota sui nostri mari. La perturbazione visibile sul Regno Unito è segnale di una ripresa del flusso oceanico a quelle latitudini, che taglia dunque l'alimentazione meridiana d'aria gelida polare che aveva favorito un approfondimento così marcato della saccatura. © Eumetsat copyright
Persiste l’azione della circolazione ciclonica che sta assumendo sempre più una configurazione chiusa a tutte le quote sull’Europa centro-meridionale. In tal modo, la conseguenza più diretta non può che essere l’evoluzione assai lenta, e ciò appare confermato dalle previsioni del breve-medio termine, con la sostanziale persistenza di una lesiva circolazione ciclonica per lungo tempo.

Difatti nello schema barico Europeo le due figure Anticicloniche, attualmente distinte e posizionate rispettivamente sul Vicino Atlantico e sulla Russia, tenderanno ad unirsi con ponte di collegamento passante lungo la Penisola Scandinava.

In tal modo tutta la grande configurazione ciclonica resterà imprigionata più in basso (sia pure notevolmente indebolita), e dunque anche sulle nostre regioni: in un primo tempo, in questi prossimi giorni la Depressione farà ulteriori brevi passi verso levante, ma nel seguito è probabile anche un’evoluzione retrograda, incentivata dall’ulteriore rafforzamento a tutte le quote dell’Alta Pressione scandinava.

La lentissima evoluzione in essere è ben confermata dall’attuale scenario, che vede il perno depressionario al suolo fra medio e basso Tirreno, quando appena 24 ore fa era davvero poco più a nord, nei pressi dell’isola d’Elba.

L’attuale “Ponza Low” ha favorito lo sfondamento dell’aria fredda ancor più a sud, con il maltempo concentratosi maggiormente su queste regioni, e la relativa quota neve calata diffusamente verso livelli pressoché collinari, specie sui versanti tirrenici.

Nel contempo, si è invece affacciato un miglioramento sulle regioni del nord-ovest, uniche a risentire di un certo beneficio termico in termini di risalita dei valori. Su tutte sorprende Milano, che con i suoi quasi 16 gradi è stata fra le città più calde odierne, colpita dai venti secchi nord Alpini.

Il nocciolo principale d’aria fredda in quota si è spostato sul Mediterraneo occidentale, tuttavia vagherà ancora nei pressi dei mari ad ovest dell’Italia, prima di un’attenuazione. L’intera nostra Penisola è ancora abbracciata al centro-nord da un minimo di geopotenziale di circa 530 dam alla quota di 500 hPa, e da isoterme intorno o inferiori ai -30°C alla medesima quota. Tutto ciò favorisce ancora temporali, che nelle ore diurne hanno interessato anche varie zone interne del centro-sud, con qualche temporale nevoso.

La circolazione depressionaria, non più attivamente alimentata direttamente dall’aria originaria del circolo Polare Artico, ha visto una certa risalita pressoria a tutte le quote. Non solo al suolo il minimo ha recuperato oltre 10 hPa rispetto a ieri, ma anche le varie quote geopotenziali sono in costante risalita rispetto ai livelli record in cui erano precipitate nelle ultime 48 ore.

L’isolamento in cut-off si tradurrà sicuramente nei prossimi giorni in un ulteriore attenuazione dell’entità ciclonica a tutte le quote, ma va pur detto che vi saranno ulteriori alimentazioni di aria fresca e instabile a tenere ancora lungamente in vita la cella depressionaria.

Dapprima seguiranno nuovi impulsi dal nord Europa verso la Valle del Rodano, poi con l’intensificazione dell’Anticiclone sulla Scandinavia, è probabile qualche nucleo instabile in alimentazione anche dall’est Europeo, il tutto favorito dalla disposizione barica che si manterrà insidiosa e lacunosa di stabilità, probabilmente fin verso fine mese.

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