La “QBO” (Quasi Biennal Oscillation) indica la direzione dei venti zonali nella stratosfera tropicale, direzione che s’inverte ogni due anni circa. Generalmente, quando le correnti in sede stratosferica provengono da est (QBO-), il flusso zonale occidentale perde vigore, gli scambi meridiani si fanno più accentuati e diventano più probabili gli episodi di riscaldamento stratosferico alle alte latitudini.
I valori notevolmente negativi della “QBO” a fine estate – inizio autunno facevano presagire un vortice stratosferico invernale poco vigoroso, situazione predisponente ad episodi di “stratwarming” anche notevoli. Questa ipotesi, giorno dopo giorno, diventava sempre più concreta per il protrarsi della fase nettamente orientale della “QBO” addirittura fino al mese di dicembre.
Gli ingredienti per un inverno eccezionale sembrano esserci e l’accrescersi dei disturbi stratosferici nel Nord Emisfero all’inizio di quest’inverno convalidava i presentimenti dei mesi passati.
Negli ultimi giorni, imponenti disturbi meridionali in seno al vortice polare stratosferico insieme ad un “EP-flux” costantemente intenso, hanno prodotto un marcato episodio di “minor warming”, destinato ormai a maturare, in tempi brevissimi, in un “major warming”.
Per grandi linee generali, l’esito di quest’imponente “stratwarming” è ormai scontato, ma le ripercussioni nella bassa troposfera a livello locale sono difficili da prevedere.
L’anomalia termica positiva stratosferica si diffonderà gradualmente verso la troposfera promuovendo un’ anticiclogenesi polare molto marcata, dislocando così il VP freddo invernale, scisso in 2-3 vortici, a latitudini sempre più basse.
Questi cicloni, alimentati da impulsi di aria artica pilotati dal massiccio anticiclone polare, saranno poco disturbati dalle “westerlies”, particolarmente deboli o addirittura soppresse alle latitudini medio-alte e invaderanno così, vaste porzioni del Nord America e dell’Eurasia.
Le anomale, intense, correnti orientali alle latitudini più alte favoriranno lo spostamento retrogrado di questi vortici freddi, in modo particolare di quello siberiano. Ciò darà origine a colate fredde artico-continentali in territori europei posti a latitudini relativamente basse, probabilmente sotto forma di 3-4 affondi, anche imponenti.
Un primo affondo, diretto verso Italia e Balcani, è imminente. Irruzioni più massicce d’aria fredda continentale dovrebbero presentarsi poco prima della fine del corrente mese, confluendo, nel Mediterraneo con correnti temperato-umide oceaniche. Seguiranno, presumibilmente, altri 2 impulsi d’aria artica diretti verso la nostra già raffreddata e innevata Penisola, protraendo così il periodo molto freddo e favorevole alle nevicate fino ai primi giorni di febbraio.
Diversi giorni dopo l’esaurimento dell’episodio di “major warming” stratosferico, la circolazione troposferica comincerà a diventare più vivace. Il flusso zonale occidentale accelererà e le intrusioni d’aria fredda, soprattutto di quella russo-siberiana, saranno sempre meno probabili.
Ma la fine dell’inverno è ancora lontana… e non sono da escludere altre (gelide) sorprese!