In questi ultimi giorni diversi modelli hanno fornito soluzioni discordanti circa l’evoluzione atmosferica prevista tra il 25 ed il 28 del corrente mese: una pronunciata discesa di aria fredda, originante dalle aree polari , raggiungerà attraverso una sorta di complessi incastri il bacino centrale del Mediterraneo.
In realtà il fronte d’avanzata dell’aria fredda verrà velocemente chiuso in quota da un’incipiente rimonta dell’Hp delle Azzorre che si andrebbe a congiungere con quello dell’Europa più settentrionale (ponte anticiclonico). Ecco che il flusso freddo diretto si trasforma in una goccia fredda in quota costretta ed imbrigliata a vagare dal settore centrale dell’Europa a quello centro meridionale. Tutto questo si potrebbe spiegare attraverso la difficoltà che l’aria fredda ha ancora nel raggiungere le aree più meridionali data l’elevata e media altezza dei geopotenziali. Geopotenziali ancora di carattere pseudo-estivo.
Insomma un feto contenuto in un enorme pancia anticiclonica, protetto e destinato a colmarsi nelle sue evoluzioni tra nord e sud e tra sud e nord ovest dell’Europa centrale.
Paradossale situazione che, in mancanza di organizzati fronti perturbati atlantici, la Natura riesce a compensare in maniera rocambolesca e del tutto irregolare.
Mi viene da sorridere osservando come la natura offesa possa partorire tali mostri di ingegneria.
Ecco che le piogge artificiali (non causate direttamente da flussi del medio ed alto Atlantico) si aprono alla nostra Penisola, anche in maniera rilevante.
Dobbiamo comunque prendere atto che il naturale passaggio del testimone, tra estate ed autunno, non può essere attribuito a queste non comuni situazioni bariche. Esse si presentano più spesso nel periodo invernale, osservarle ora mi lascia un po’ perplesso.
In ogni caso, amici, prendiamo quello che l’atmosfera definita come moderna (attuale) è in grado di fornirci, anche attraverso situazioni molto complesse e non appartenenti alla stagione che stiamo vivendo.
Verrà la pioggia, ma subentrerà tanta e tanta nostalgia per quello che abbiamo perso forse per sempre. Gli anticicloni di matrice subtropicale dovranno fronteggiare non più la corda delle oscillazioni atlantiche, ma gli umore dei vortici freddi.
Un gioco duro e un prezzo, che forse dovremmo pagare, per ottenere degli inverni appena decenti.
La ruota delle fortuna atmosferica (natura assolutamente casuale) respira ancora, ma il suo respiro sembra sempre più irregolare e debole.