Nella prima vera irruzione fredda post-estiva abbiamo assistito ad una goccia fredda proveniente da nord/nord-est; a causa di un ponte alto-pressorio a OSO i maggiori effetti si sono avuti sul lato adriatico, evidenziando la tipica azione eolica dello stau.
Stau e foehn, pur essendo diametralmente opposti, sono dei venti che in comune hanno la necessità di svilupparsi presso una catena montuosa, uno sbarramento orografico.
Andiamo ad osservarli da vicino.
Immaginiamo di essere sul versante estero alpino, ponendo di essere in Svizzera, in Francia (etc) ed ipotizziamo che un fronte da NW di natura atlantica sia in procinto di affrontare il baluardo montuoso granitico.
La massa d’aria fredda ed umida si appoggia sul versante straniero e l’unica soluzione per oltrepassare lo sbarramento è risalire il pendio; possedendo una dose massiccia di umidità (l’aria) si avrà una perdita di temperatura intorno ai 0,5/0,6°c ogni 100m che il nucleo umido perderà risalendo il versante alpino, sino a raggiungere il punto di condensazione.
Poniamo un esempio tipo:
aria da NW in arrivo, aria al suolo T=10°C e punto di condensazione Td=5°C.
La particella d’aria inizia la risalita in adiabatica secca perciò, secondo il raffreddamento di 1°C/100m alla quota di 500m avrà raggiunto il punto di rugiada e quindi la condensazione (nubi); da questo momento l’aria proseguirà l’ascesa in adiabatica satura secondo un raffreddamento condizionato da diversi fattori (velocità ascensionale, ecc.). Ponendo che quest’ultimo valore sia di 5°C/Km, all’ipotetica altezza di 3000m (crinale) la temperatura dell’aria sarà di -5°C.
Tra il punto di condensazione (500m) ed il crinale (3000m) vi è lo sviluppo di nubi e la produzione di precipitazioni che sono causate dall’azione sopravvento definita Stau.
Ora ci troviamo sul crinale! Fa freddo ed ormai la turbinosa risalita è terminata.
Cosa succede alla massa d’aria proveniente da NW?
Durante il fenomeno dello Stau la quasi totalità del vapore acqueo viene condensata ed arrivati ai 3000m di quota l’aria è ormai secca e, senza nessun ostacolo, non fa altro che scendere velocemente a valle.
Se in precedenza il raffreddamento è avvenuto poiché i gas (l’aria) erano soggetti a pressioni decrescenti (espansione e raffreddamento), ora avviene il fenomeno inverso, ovvero la compressione con consequenziale incremento termico, detto per “compressione adiabatica”.
Precisiamo, dato che trattiamo il processo adiabatico, che alla lettera esso significa “senza scambio di calore”; riscaldamento o raffreddamento avvengono all’interno del sistema (gas) a causa di una variazione dello stesso, senza assorbire energia dall’ambiente.
Dunque, l’aria scende in adiabatica secca (1°C ogni 100m) e talvolta può anche accadere che la temperatura aumenti in condizioni di super-adiabatica (poniamo 1,5°C ogni 100m), come è accaduto tra il 24/25 agosto 2007 nel Basso Lazio, dove il fenomeno suddetto è stato in gran parte responsabile di temperature record.
Da una temperatura di -5°C a 3000m, l’aria arriverà a valle ad una temperatura di +25°C, sospinta da un vento anche intenso, dovuto alla discesa sottovento che ha prodotto energia cinetica.
Questo fenomeno è il vento di Foehn.
Essendo quest’ultimo caratteristico del Nord Italia abbiamo descritto il dualismo Stau/foehn ponendo l’osservazione alla catena alpina ma, per meglio precisare, queste condizioni si registrano anche sugli Appennini ed in altre zone d’Italia.
Anche la classica configurazione, con perturbazione da NW, non è l’unica soluzione sinottica per produrre una azione eolica di questo tipo; ovviamente, in caso di correnti meridionali verso le Alpi, si avrà lo stesso fenomeno a parti inverse.