In questi giorni di apparente calma si rischia, meteorologicamente parlando, di essere estremamente ripetitivi, ma d’altronde il tempo stesso si mostra giorno dopo giorno come un copione già letto, se si escludono le piogge che sono destinate a bagnare solo il nord della nostra Penisola. Le temperature si mantengono ormai da diversi giorni su valori sopra la media e anche per i prossimi giorni si mostreranno tali, con valori di 3-4 gradi oltre la norma.
Come detto le precipitazioni si limiteranno ad interessare il nord, laddove si potranno registrare in ogni caso accumuli degni della stagione, dovuti a corpi nuvolosi in movimento da sud spinti dalle correnti meridionali pre-frontrali. Il centro ed il meridione invece saranno parzialmente abbracciati da un tenace anticiclone che poi si riaffaccerà anche sulle regioni settentrionali, ma qui faticherà a riprendere il controllo a causa di una poderosa depressione posizionata sulle Isole Britanniche che invierà alcuni impulsi perturbati che potrebbero in seguito valicare le Alpi.
Guardando oltre è possibile notare che da qualche run a questa parte i vari modelli propongono, quasi concordemente, e a più riprese, il tentativo dell’Anticiclone delle Azzorre di distendersi finalmente lungo i paralleli, permettendo un graduale rinvigorimento del Ciclone d’Islanda che, in quello che parrebbe un eterno lungo termine, potrebbe pilotare intense perturbazioni in sede mediterranea, proprio quelle perturbazioni classiche che si succedono una dopo l’altra senza essere intervallate da particolari pause anticicloniche; sono proprio queste le perturbazioni autunnali per eccellenza, capaci di regalare a tutta la Penisola quantitativi di pioggia non certo esigui.
Tuttavia bisogna tornare con i piedi per terra ricordando che si tratta di una situazione a lungo termine, che di conseguenza ha attendibilità molto bassa, anche se mette in luce una tendenza, ossia l’uscita di scena di alcune figure bariche complementari, intendo cut-off iberico-marocchino e Alta africana, e l’entrata in scena di altre due figure complementari come il Ciclone d’Islanda e l’Alta delle Azzorre.
In conclusione, sebbene non è da escludere un ritorno delle piogge, che comunque rimane relegato da diversi giorni ad un costante lungo termine, bisogna dire che se è vero che, nell’ambito della Piccola Glaciazione, il 1816 è passato alla storia come “l’anno senza estate”, il 2006 potrebbe essere tristemente ricordato come l’anno senza autunno.