La discussione si fa convulsa, notizie che frammentarie giungono dal video multicolore e non parlano. Vagheggiano, generalizzano e non sciolgono alcun nodo. La migliore delle ipotesi, sempre non pronunciata, rimane un “secco vuoto”.
Tutto ruota attorno ad una “gola di ghiaccio bollente” che , come coito atmosferico, sta per penetrare “l’intimo” del Mediterraneo.
Situazioni insolite per gli addetti ai lavori che “avvezzi” a contingenze molto meno “particolari”, non sanno trovare le giuste parole o la giusta collocazione ad un evento “poco conosciuto” o perlomeno “desueto”.
Proviamo quindi a spiegare, tanto il rischio più grande che si possa correre è quello di sentirsi dire … “Toh! Ma chi sarà mai quel buffone lì???”, che quello che sarà sospeso sulle nostre teste, a partire dalla prossima settimana (primi giorni), è aria molto fredda distaccatasi dalle regioni polari e spinta con impeto, attraverso un gioco continentale, sulla nostra Penisola.
Se fosse stato o si fosse solo trattato di aria “polare marittima” il “meccanismo” sarebbe stato semplice… ed invece “la natura” ci ha voluto sorprendere ancora una volta attraverso un mix di polare ed artico continentale. Un gradino, espresso in altezze e spessori tra due flussi in congiunzione, di oltre 2.000 mt. ed in discesa rapida verso il settore della medio/alta Russia.
La tensione è alta, si prospetta un “diabolico” connubio, un ponte a noi tutti noto, e che “tappa le bocche” ai meteo professionisti.
E poi con quei geopotenzili così bassi come la mettiamo???? Qualcuno dirà… “e chi li ha mai visti io sono nato nel 1975…!!!…forse sarà robina artica?”
No (simpaticamente ed ironicamente)!
E’ solo aria molto fredda e pesante che “rigetterà direttamente sul suolo” perdendo quasi nulla delle sue caratteristiche originarie, anzi le enfatizzerà proprio in prossimità di esso. La risposta e reazione con “l’impatto” aria/suolo la conosciamo e possiamo attribuirla ai già noti termini orografici.
Però manca l’elemento “liquido” (acqua) e soprattutto il forzato sollevamento di aria mite provocato da questa gelida intrusione. Aria che velocemente si distenderà in quota acquisendo vapore e relativa condensazione con una -40° C alla quota di oltre 5.000 mt.!
Insomma “la miccia” inizia a consumarsi e le scarse probabilità di precipitazioni, vista la estrema vicinanza dal “fattore esplosivo”, iniziano a crescere.
Il cielo si coprirà su molte regioni della nostra Penisola, e quando il flusso avrà raggiunto il suo massimo apice, inizieranno le manifestazioni nevose.
Non credo vi siano grandi dubbi a tal proposito, già come espresso in un mio precedente editoriale, e che molte aree delle regioni, sia di ponente che di levante (regioni centrali e meridionali in parte) saranno interessate da fenomeni nevosi a quote anche pianeggianti.
Dato questo duplice e molto probabile sovrascorrimento, anche le terre del nord, quindi settore padano, sarà raggiunto, magari non immediatamente, da fenomenologia o copertura del “parato” celeste.
Le date sempre le stesse: tra il 25 ed il 27 del corrente mese.
Per il seguito, oltre suddette epoche, mi pare che, dopo una breve parentesi meno fredda, tra il 28 ed il 29 del c.m., la situazione sembra voler acquisire fattori di perduranza.
Le ipotizzabili precipitazioni, localmente abbondanti in alcune aree delle regioni centrali e/o centro meridionali, non sembrano significative al momento; in ogni caso sempre e costante occhio alla provenienza degli altostrati che veleranno i nostri cieli. Potrebbero presentarsi delle situazioni molto favorevoli e di chiara evidenza.