RITROVATE FORME DI VITA – Sotto i ghiacciai dell’Artico è stata trovata la vita. Il periodo di riferimento è tra l’estate del 2010 e il 2011. Una spedizione oceanografica della Nasa ha infatti trovato la prove di una fioritura di vita senza precedenti nell’Oceano Glaciale Artico. L’area di investigazione è compresa tra il Mare di Beaufort e il Mare dei Chukchi, lungo la costa nord-ovest dell’Alaska, dove è stato osservato un impressionante proliferare di fitoplancton (soprattutto diatomee) che si estendono per oltre 100 chilometri e raggiungono i 70 metri di profondità. Per fare un paragone, è un po’ come trovare un’immensa foresta pluviale nel bel mezzo di un deserto.
SCOPERTA SORPRENDENTE – I primi ad essere sbalorditi sono i protagonisti stessi della scoperta, autori di un articolo pubblicato su Science e parte dello staff scientifico del progetto Icescape (Impacts of Climate on EcoSystems and Chemistry of the Arctic Pacific Environment) della Nasa. I ricercatori hanno eseguito dei prelievi direttamente nel Mare dei Ciukci lo scorso luglio, per verificare ciò che le immagini da satellite lasciavano intuire. I risultati delle misurazioni non solo confermano la presenza del fitoplancton, ma addirittura che questi organismi foto sintetici si trovano in concentrazione maggiore che in qualsiasi altro luogo osservato dal team.
LE CAUSE DEL FENOMENO – Il ritrovamento di vita sotto i ghiacci artici di fatto evidenzia i cambiamenti climatici in atto, con le mutate condizioni del ghiaccio che probabilmente hanno permesso alla radiazione solare di penetrare sull’Oceano, creando un ambiente favorevole allo sviluppo del plancton. Il ghiaccio è molto più sottile di qualche anno fa: a metà degli anni ’80, il 75% del ghiaccio artico era spesso circa 3 metri, ma dal 2001 a oggi, lo spessore è diminuito del 45%. Attualmente, il ghiaccio che si forma in un anno è spesso appena un metro. In tal modo, negli ultimi 25 anni, sotto i ghiacci dell’Alaska si sarebbe creato l’habitat perfetto per il fitoplancton.