I dati meteo del progetto Copernicus parlano chiaro: anche in Italia si respira un’aria migliore. Frutto, ovviamente, delle severe norme intraprese dalle Autorità competenti, al fine di arginare la grave epidemia in corso.
È una piccola buona notizia, conseguenza di questo periodo così anomalo e particolare. Come abbiamo già detto tempo fa, per ripulire adeguatamente l’aria malsana nel periodo invernale di solito è necessario un episodio meteo di forti venti settentrionali, i quali spazzano via tutti gli inquinanti, i fumi, i brumi e la caligine che talvolta opprime le nostre città e offusca i cieli. Nel caso di alte pressioni invernali, come spesso viene ricordato, per arginare l’inquinamento (senza l’ausilio del meteo ventoso) si adoperano i blocchi alla circolazione, i quali abbassano momentaneamente gli inquinati. Ebbene, immaginatevi un grossissimo blocco della stragrande maggioranza delle attività: le conseguenze sull’aria sono chiare.
Ovviamente, noi tutti ci saremmo augurati di respirare un’aria migliore senza le fortissime restrizioni presenti in questi giorni, ma semplicemente modificando regolarmente i nostri comuni stili di vita, limitando gli spostamenti non necessari, ammodernando il parco veicoli e i riscaldamenti, diminuendo i rifiuti.
Insomma, risulta chiaro che, ancora una volta, il marcato calo degli inquinanti non viene per scelte politiche, ma in questo caso per una vera e propria emergenza sanitaria, oppure grazie al sospirato aiuto del meteo (nei casi di burrasche di vento invernali). Ci auguriamo che, una volta finita l’emergenza e nella prossima stagione fredda, ci possano essere spunti per una mobilità e una vita più “green”.
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