Anche gran parte della Russia sta vivendo un mese di dicembre molto caldo, ma nel nord-est della grande regione siberiana, in quella zona nota per essere il “Polo del Freddo” boreale, le temperature sono tornate a scendere e si sono raggiunti per la prima volta in stagione valori al di sotto dei -55°C. Si tratta di temperature inferiori alle medie anche di questi luoghi, in inverno, glaciali.
Ancora una volta non è stata Verhojansk o Ojmjakon la località più fredda, bensì Yurty che il 20 dicembre ha raggiunto -56,1°C.
Le temperature si sono mantenute molto basse anche nei giorni successiv e Iema il 22 dicembre è arrivata fino a -54,8°C.
Verhojansk si piazza al terzo posto tra le località più fredde avendo raggiunto -54,6°C. Da notare che è dal 19 dicembre che la temperatura non vi sale sopra i -50°C nemmeno nelle ore meno fredde della giornata!
In un mese caratterizzato dal Vortice Polare molto compatto, si può osservare come gran parte dei continenti nord-americano e euro-asiatico siano in anomalia positiva, ma il freddo non potendo scendere di latitudine si è concentrato nelle zone polari e sub-polari, ed infatti troviamo anomalie termiche negative su Groenlandia, artico russo asiatico, Alaska e parte dell’artico canadese.
Ed è proprio in Groenlandia, sul plateau ghiacciato a 3000 metri di quota, che si è arrivati fino al limite di gelo estremo rappresentato dai -60°C: questo valore è stato raggiunto il 15 dicembre. Era dal 13 febbraio che sul plateau groenlandese non si raggiungevano i -60°C, in quell’occasione si scese fino a -60,9°C.
Tutto questo freddo, siberiano o groenlandese, non ha alcuna relazione con quanto può succedere in Europa. Quello siberiano si trova troppo a oriente e non è indice di un anticiclone termico in espansione verso l’Europa, quello groenlandese è legato alle dinamiche artiche e al fatto di trovarsi ad altissima quota.