La comprensione delle dinamiche e della sensibilità del sistema climatico terrestre è fortemente influenzata dalle ricostruzioni del suo clima passato. Finora sono state fatte ricostruzioni relativamente accurate dell’andamento della temperatura superficiale media globale solamente per alcune “finestre” temporali, in particolare per i peridi glaciali, e non per tutte le epoche passate. Per colmare queste lacune, Carolyn Snyder si è servita di un metodo statistico molto usato in economia, il cosiddetto metodo della variabile proxy, al fine di riuscire a ricavare informazioni su variabili di maggior rilievo, seppure sostanzialmente non osservabili. Sono stati in particolare analizzati i dati relativi ai carotaggi dei sedimenti marini e 20.000 possibili ricostruzioni delle temperature superficiali per arrivare a un modello delle loro variazioni negli ultimi due milioni di anni con una risoluzione temporale di mille anni.
Da questo modello di Snyder risulta che la temperatura globale si è gradualmente abbassata in media di 0,34 °C ogni 100.000 anni fino a 1,2 milioni di anni fa circa. Da allora fino a 800.000 anni fa circa si sono succeduti diversi cicli di glaciazione (ogni 41 mila anni) compensati da periodi interglaciali più caldi. Successivamente, l’intervallo fra le glaciazioni si è allungato, passando a 100.000 anni circa. In questo lasso di tempo la temperatura media globale e le concentrazioni di gas serra in atmosfera sono state strettamente accoppiate. Tenendo conto dei feedback climatici positivi e negativi attualmente noti, il sistema Terra reagisce a un raddoppio delle concentrazioni di gas serra con un aumento di circa 9 °C. Riportando questi valori alla situazione attuale, ipotizzando che le concentrazioni di CO2 si stabilizzino sui valori attuali, si arriva alla stima di un incremento di ben 5 gradi nell’arco di uno-due millenni.