ANOMALIE TERMICHE a confronto Lo schiacciante predominio dell’alta pressione è ancora attualmente in piedi su una buona fetta dell’Europa, ma lo scenario sta nettamente variando rispetto a quello che ha dominato nell’ultima settimana, in quanto non è più così intenso il mite flusso zonale alle alte latitudini, che aveva portato temperature decisamente oltre la norma su tutte le nazioni settentrionali e la Russia (anche 5-7 gradi di scarto in media dai valori normali).
L’impronta indelebile dell’anticiclone, in questa fase di passaggio da gennaio a febbraio, è ben evidente dalle precipitazioni, risultate assenti su gran parte del Continente, a parte le zone britanniche e della Norvegia maggiormente esposte al flusso atlantico. Precipitazioni particolarmente degne di nota anche sul Mediterraneo tra Sardegna, Sicilia, coste algero-tunisine e Grecia, per l’azione di un’area depressionaria autonoma, con evoluzione molto lenta.
Non solo tepore sul Nord Europa fra i fattori meteo salienti che hanno caratterizzato gli ultimissimi giorni di gennaio ed i primi di febbraio. Una scia di acuto freddo invernale era invece rimasta su alcuni settori dell’Europa Centro-Orientale, principalmente sul comparto balcanico-danubiano: qui si è infatti venuto a trovare per più giorni il cuore di un’area anticiclonica che ha contribuito, almeno inizialmente, a mantenere aria molto fredda incollata nei bassi strati, con forti gelate notturne e temperature che anche di giorno faticando a salire sopra lo zero, nonostante l’assenza d’incursioni artiche.