Siamo giunti all’apice della crisi temporalesca che da alcuni giorni sta investendo le nostre regioni. Oggi, come ben sappiamo, l’instabilità si estenderà anche al Sud e il caldo-umido preesistente potrebbe fornire quell’energia necessaria allo sviluppo di grosse celle temporalesche. Osservando la mappa inerente il “rischio temporali” abbiamo conferma di indici d’instabilità particolarmente elevati.
I valori maggiori si riscontrano in mare, sia lungo il Tirreno che sull’Adriatico. Le tonalità dal viola al porpora, lo ricordiamo, danno la più alta probabilità di sviluppo dei temporali. Preoccupa, carta alla mano, soprattutto il Salento: qui non escludiamo manifestazioni temporalesche furiose, accompagnate da grandinate e colpi di vento.
A seguire le interne lucane, i rilievi calabri, le coste abruzzesi, quelle laziali, le interne molisane, la bassa Campania, la Sicilia orientale e i litorali ionici calabri. In queste aree, al pari del Salento, i temporali potrebbero scatenarsi facilmente e con violenza.