Già da qualche giorno stiamo osservando un netto raffreddamento della Russia Europea, a causa dell’espansione di un’area anticiclonica con asse dal Golfo di Botnia al Kazakistan, con evidenti cenni di termicizzazione (raffreddamento nei bassi strati).
Ecco alcune temperature raggiunte quest’ultima notte: San Pietroburgo -7,1°C, Rjazan -11,3°C, Mosca -11,4°C, Rostov -11,9°C, Velikie Luki e Ivanovo -12,2°C, Penza -13,5°C, Tambov -14,4°C, Elatma -14,8°C, Tver -15,4°C. Le temperature più basse sono state raggiunte nell’oblast di Saratov (regione del Volga meridionale), fino a -17,6°C ad Aleksandrov-Gaj e -17,2°C a Krasnyj Kut.
Gelo che ha quindi investito anche il Kazakistan occidentale, oltre che quello orientale più avvezzo ad inverni rigidissimi, con minima di -14,5°C ad Oral (-17,5°C il giorno precedente) e -9,5°C ad Atyrau sul Mar Caspio.
Pur anche di oltre 10 gradi sotto la media e spesso inferiori anche alle medie di gennaio, queste temperature rimangono lontanissime dai record mensili, che in Russia quanto nel Kazakistan occidentale per il mese di novembre oscillano attorno ai -30°C.
Più ad ovest, un intenso ciclone sta portando intense precipitazioni in Ucraina centrale e occidentale, e laddove l’aria più calda portata dalla perturbazione entra in conflitto con quella molto fredda presente al suolo, si verifica il pericoloso fenomeno del gelicidio.
Nelle ultime ore questo fenomeno ha investito soprattutto Zhytomyr, dove sono caduti 20 mm di pioggia congelantesi.
Una delle poche zone ucraine dove la precipitazione piovosa si è nel corso delle ore trasformata in neve, è Shepetivk, dove stamane il manto nevoso ha raggiunto i 10 cm.
Questo serbatoio gelido avrà un impatto sull’Europa occidentale? Stando alle previsioni attuali non sembra proprio, al massimo nel corso del fine settimana e all’inizio della prossima interesserà i Balcani.