Come preannunciato in una precedente occasione, la disposizione delle correnti a getto vedrebbero un allentamento di flussi meridiani in direzione della nostra Penisola, con conseguente disposizione di “onde Rossby” meno “acute” e relativa ondulazione più “morbida” che si disporrebbe, mediamente, lungo i paralleli della media e bassa Europa. La configurazione proposta dal centro di calcolo di Reading e da molte altre elaborazioni, pare assumere delle caratteristiche tipiche della stagione di transizione.
La primavera, come usualmente succede, guadagna prima le basse regioni europee, confinando sempre più a nord le situazione più fredde. In poche parole si intravedono gli scambi termici, anche molto accentuati, che sembrano iniziare ad innescare la loro “marcia” e condurci in situazioni nettamente più “normali”.
Possiamo dire che, con buona approssimazione (nulla centra lo stato di avanzamento della stagione in corso dopo un lungo periodo di persistenza), la fase di freddo intenso che ha interessato il Mediterraneo da quasi due mesi si possa ormai definire finalmente terminata.
La risposta a questo “acuto periodo gelido”, per alcuni versi anomalo, pare possa palesarsi anche molto marcata e con effetti termici, in particolare per le regioni centro meridionali, già a partire dal 15/16 del c.m., di tutto rispetto e con valori che potrebbero mostrarsi “esuberanti” rispetto alle medie considerate.
Ovviamente, essendo questa una proiezione sul lunghissimo raggio, quindi “inquinabile” dalle possibili variazioni delle temperature oceaniche, potrebbe essere in qualche modo “disturbata” e non rappresentare, in pieno, la possibile situazione sopra descritta. Siamo tra un’elaborazione deterministica ed una di natura assai più diversa che rispetta l’andamento climatico e le relative fluttuazioni termiche delle superfici marine.
Concepiamo quindi tutto il discorso come un trend evolutivo molto “frequentato” attraverso la tecnica dell’attrattore numerico e non come semplice lettura di uno o più modelli. Oltre un certo limite temporale, 5/6 gg., necessariamente dobbiamo usare delle tecniche interpretative molto diverse e tenere conto di ben altri fattori che entrato in gioco. Il periodo transitorio, primaverile, mostra sempre delle difficoltà previsionali non indifferenti, difficoltà che ristringono “la forbice evolutiva” attraverso amplificazioni di errori anche nella fase d’ingresso letta da un modello matematico.
Per meglio comprendere la situazione futura, consiglierei la lettura di questo primo passo:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10485