La furibonda discesa fredda di matrice polare-marittima si muove in modo spedito sull’Italia: il fulcro depressionario, che muove i fili di questa possente invasione di correnti nordiche, si è spostato dall’Islanda verso il Mar di Norvegia. La traccia della saccatura appare evidente su gran parte dell’Europa Centro-Occidentale, in quello che è un movimento senza ostacoli verso il Mediterraneo anche perché l’anticiclone, che era insediato sul Continente, è rapidamente arretrato con i massimi barici in Atlantico e le ultime resistenze sui settori italo-balcanici risultano ormai sempre più fragili.
Ne sono una prova i focolai temporaleschi che si sono generati al pomeriggio su diverse zone appenniniche, non più solo in Calabria e Sicilia ove si risente dell’influenza di quell’instancabile vortice d’instabilità posizionato sulla Libia. Il graduale cedimento barico si è poi fatto sentire in modo più marcato al Nord Italia, con nubi basse sempre più compatte in prossimità dei rilievi e dell’Appennino Ligure, ma anche in pianura fra Piemonte, Ovest Lombardia e sui litorali liguri. Sono gli effetti del richiamo d’aria umida pre-frontale che va a precedere l’addossamento imminente dell’aria fredda verso i contrafforti alpini.
Lo scenario si è completamente capovolto sull’Europa Occidentale, con la fiondata fredda che fa sentire in modo netto le sue ripercussioni. Venti forti e rovesci sparsi si sono impossessati di gran parte del Regno Unito e settori scandinavi, ma nelle ultime ore l’intrusione frontale sta interessando anche Francia, Germania, Belgio ed Olanda, con gli apporti d’aria fredda in quota che si spingono gradualmente sempre più a sud, la cui rotta è ben evidente dall’insieme di nubi frammentate e tondeggianti che delineano proprio l’irruzione polare. Le temperature sono precipitate sul Nord Europa, specie fra Scandinavia e Regno Unito: basti pensare che su Glasgow non si sono superati i 10 gradi. Un repentino rovesciamento della situazione, rispetto all’anomala fiammata estiva di qualche giorno fa.