Intensi rovesci, per nubi temporalesche sviluppatesi lungo la ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone) hanno portato molta pioggia nella città keniana di Nakuru. Qui sono caduti 67 mm nelle 24 ore antecedenti le 6 GMT di venerdì 17, quasi 20 in più della media pluiometrica di dicembre (47 mm).
A metà settimana forti nevicate hanno interessato la Turchia orientale. Le montagne retrostanti l’estremità sudorientale del Mar Nero hanno subito le bufere più intense, con equivalenti in pioggia tali da permettere allo strato di neve caduta di superare spesso i 40-50 cm. Più a sud, nell’alto e in genere secco bacino del Lago Van, la città omonima ha visto cadere ben 38 cm di neve, la maggior parte dei quali mercoledì, ma con nevicate residue il giovedì.
Una massa d’aria molto fredda si è portata dalla Russia verso il Medio Oriente portando temperature molto basse nell’area, spesso molto al di sotto dello zero. Damasco, capitale della Siria, ha registrato una minima di -7°C alle 6 GMT di venerdì 17, 12°C più bassa della media delle minime di dicembre. Alle 12 GMT il termometro non superava i 5°C, 10°C al di sotto della media mensile delle massime. Ancora in Siria, minima negativa (-1°C) anche a Latakia, sulla costa, vicinissima al record di dicembre (-2°C). A Tabriz, in Iran, i -6°C di venerdì mattina (alle 9 GMT), già 10°C meno della media delle minime, sono sembrati “caldi” solo poche ore più tardi, visti i -13°C alle 1, ora locale, di sabato 18 dicembre.
Giovedì 16 dicembre una intensa onda di calore ha spinto a livelli molto elevati le temperature soprattutto nel settore nordoccidentale del vasto stato dell’Australia Occidentale. 46,5°C le massime raggiunte a Dampier, vicino alla costa, e Marble Bar. Anche al centro dello stato il caldo è stato comunque intenso, con Leonora che è arrivata a superare i 44°C. Nel sud, al di fuori dell’onda di calore la regione più occidentale (dove le massime sono rimaste sotto i 30°C), Esperance ha fatto in tempo a toccare i 43°C, prima di essere raggiunta da aria più fresca sospinta dalle brezze oceaniche.
Onda di calore anche in Sud America tra martedì 14 e mercoledì 15 dicembre. Mercoledì, Santiago del Estero, nel nord dell’Argentina, ha sfiorato i 43°C. In Paraguay, Prats-Gil si è fermata appena sopra 42°C. L’onda di calore è stata spezzata da un fronte freddo giunto giovedì, con effetti spettacolari e quasi drammatici. Prats-Gil nel pomeriggio di giovedì aveva temperature intorno ai 22°C, circa 20°C in meno di 24 ore prima. A Camiri, in Bolivia, mercoledì pomeriggio la massima è stata di oltre 36°C, ma 24 ore dopo il termometro misurava 20°C, mentre era in atto un violento temporale, che ha lasciato 107 mm in 6 ore nei pluviometri (112 mm in 24 ore).
Forti rovesci temporaleschi hanno investito d’altra parte un po’ tutta la Bolivia, soprattutto a est delle Ande, nel pomeriggio/sera, ora locale, di giovedì 16 dicembre. La città di San Ignacio de Velasco ha registrato, durante le 24 ore antecedenti le 12 GMT di venerdì 17, 153 mm, 2 mm in più della media mensile. Significativi anche i 72 mm di Puerto Suarez. Coinvolto nei forti rovesci anche il nord del Paraguay, con 107 mm in 24 ore a Puerto Casado.
Mercoledì 15 dicembre la città di Guadalajara, nel Messico occidentale, ha avuto una massima inferiore a 12°C, mentre la media delle massime di dicembre è di oltre 23°C. Una spessa copertura nuvolosa, con occasionali rovesci, è all’origine di questo fresco insolito. Non molto diversa la situazione a Città del Messico giovedì 16 dicembre, dove il termometro si è fermato a 17,0°C, dopo una minima di 7,5°C.
Episodio di chinook, il vento caldo che scende dalle Montagne Rocciose verso le grandi praterie nordamericane, spezzando bruscamente le ondate di gelo invernale. In Canada, giovedì 16 Calgary, metropoli dell’Alberta, superava all’alba i 4°C, oltre 16°C più della media delle minime di dicembre. Ancora più sorprendente il dato di Dawson Creek, nella British Columbia, dove gli oltre 6°C dell’alba sono ben 25°C più del valore medio delle minime di dicembre, che è di circa -19°C.
Fort Yukon, in Alaska, ha registrato una temperatura massima di -15°C giovedì 16 dicembre, alle 24 GMT, le 15 ora locale. Si tratta apparentemente di un valore molto basso, ma in realtà è di ben 9°C superiore alla media delle massime di dicembre.
La “tropical storm” Talas si continua a spostare verso nordovest sulle acque del Mar delle Filippine. Giovedì pomeriggio essa era centrata 705 miglia a est di Manila e si spostava verso nordovest a 6 miglia orarie, con venti sostenuti fino a 35 nodi. Alle 18 GMT di venerdì 17 dicembre il centro si era portato a 14,4°N 131,5°E, con venti sostenuti fino a 40 nodi. Si prevede che Talas, muovendosi comunque sempre in mare aperto, si sposti inizialmente verso nord/nordovest (centro a 16,4°N 130,9°E alle 18 GMT di sabato), deviando poi bruscamente in direzione dapprima nordest quindi est/nordest (centro a 18,7°N 131,7°E alle 18 GMT di domenica), il tutto con sostanziale invarianza, o semmai lieve calo, delle forza dei venti.
Un altro sistema perturbato tropicale, per ora siglato 32W, si muove, sempre nel Pacifico Settentrionale, non poi lontanissimo da Talas, sui mari a est di Guam, per ora a livello di depressione tropicale. Alle 18 GMT di venerdì 17 la depressione 32W era centrata a 13,4°N 152,0°E, con venti sostenuti fino a 25 nodi. Alle 18 GMT di sabato 18 il centro è previsto trovarsi, muovendosi la depressione verso ovest-nordovest, a 14,7°N 147,3°E, con venti sostenuti fino a 35 nodi e conseguente “promozione” a “tropical storm”. Alle 6 GMT di domenica 19 la tempesta, centrata a 15,8°N 145,1°E con venti rinforzati fino a 40 nodi, dovrebbe essere in procinto di investire direttamente le isole Marianne settentrionali (Saipan e limitrofe, sono le isole situate a nord di Guam), per poi puntare in direzione nord-nordovest avendo come possibile obiettivo per lunedì le giapponesi Isole Volcano (Iwo Jima e limitrofe).