Esattamente una settimana dopo l’inizio dell’eruzione del Chaiten, la nube di cenere si è ormai sparsa su sette province, con intensità differente, ovviamente maggiore nelle vicinanze del vulcano. La presenza di materiale vulcanico è percepita nelle province di Chubut, Rio Negro, Neuquen, La Pampa, Mendoza, San Luis, Buenos Aires. La situazione non dovrebbe cambiare nella giornata di sabato, rimanendo invariata la direzione dei venti in quota
Novità della giornata la presenza della cenere rilevata nel cielo dell’arcipelago delle Falkland (Malvinas per gli argentini), sebbene i responsabili del locale ufficio meteorologico dichiarino che la concentrazione di cenere nell’atmosfera è molto bassa.
L’arrivo della nube vulcanica su Buenos Aires ha suggerito alle compagnie aeree statunitensi di cancellare alcuni voli con partenza o destinazione Ezeiza, l’aeroporto internazionale della capitale. American Airlines e United Airlines hanno deciso di cancellare i loro voli tra Buenos Aires e Miami, New York, Chicago, Dallas a causa della presenza di cenere in particolare intorno ai 3500 metri di quota. Sospesi alcuni voli anche all’aeroporto Carrasco di Montevideo, la capitale dell’Uruguay, sulla sponda nord dell’estuario del Rio de La Plata. Nell’area patagonica l’unico aeroporto chiuso è quello di Esquel, il più vicino (circa 90 km) al vulcano in eruzione.
Chubut è la provincia più affetta dal problema della cenere vulcanica, che ormai interessa oltre il 60% del territorio. Il governatore della provincia ha affermato che vi sono problemi, a causa delle ceneri, per due milioni di bovini, sui 4,7 milioni della provincia, lamentando come questa calamità si aggiunga a quella della siccità e annunciando un viaggio a Buenos Aires per discutere con il ministro argentino dell’agricoltura di un piano di aiuto per il patrimonio zootecnico.
Nelle prossime ore è previsto l’arrivo ad Esquel di camion per aspirare le ceneri. La città è da giorni angustiata da una cappa grigia che la lascia in una sorta di penombra, mentre gli abitanti si muovono con le mascherine antipolvere o riparandosi le vie respiratorie con maschere improvvisate. Esquel sta “autoevacuandosi”, molti hanno già lasciato la città, altri si preparano a farlo.
Gli esperti del Servicio Nacional de Geologia y Mineria del Cile sostengono che l’attività del Chaiten potrebbe registrare un escalation esplosiva, con lancio di pietre incandescenti in ogni direzione.