Considerando l’atmosfera come una sorta di immenso oceano, ove si formano delle onde più o meno ampie, spinte da venti di variabile direzione ed intensità, possiamo dedurre che il mese corrente è stato caratterizzato già da una di queste “ondulazioni”. Ondulazioni che hanno spinto un promontorio, prima di origini atlantiche (HP Azzorre), poi assorbito dalla sua radice sub tropicale, verso le nostre regioni. Le temperature sono balzate a valori che, in moltissimi casi, hanno superato la soglia del: “sopra la media”.
Nel prossimo futuro, la direzione di questi “venti”, sembra cambiare nettamente e portare sul Mediterraneo un non marcatissimo cavo d’onda che sarà caratterizzato, come già scritto nel precedente editoriale”, da un “chiaro” calo termico e da una serie di manifestazioni temporalesche anche di forte intensità, per alcune aree del settore padano orientale e per le nostre regioni centrali, zone interne.
Ovviamente non possiamo ancora definire questa “sventagliata” temporalesca con il termine “elettricità da calore” (convettiva), ma molto più sinteticamente, come instabilità da contrasto. Quindi siamo ancora lontani da un mutamento sostanziale della situazione che ci possa far considerare, a pieno titolo, nella bella stagione.
Quello che è successo “rispecchia” pienamente la normalità della stagione primaverile e non è imputabile a nessuna “onda anomala”.
Con tutta probabilità vi sarà un ulteriore tentativo, a seguire, di affermazione di un promontorio caldo sulla nostra Penisola, ma la tanto “temuta anomalia del 2003” sembra essere ancora molto lontana e non ripetibile nei prossimi anni nella stessa intensità e durata.
Quindi, al momento, nessun timore infondato e nessun terrorismo previsionale che ci possa far pensare, nel medio e lungo raggio, al ritorno dell'”onda anomala”.