Nell’ultimo articolo ci siamo lasciati parlando di una situazione simil-invernale con temperature basse per il periodo ma senza notevoli eccessi, successivamente l’inversione termica ha prodotto minime ampiamente sotto lo 0° in pianura mentre nella fase che ci apprestiamo a descrivere c’è stato un ritorno di correnti meridionali e umide che hanno fatto scattare i pluviometri della regione.
I primi segnali di un cambiamento del tempo sono arrivati nella giornata di mercoledì, la nuvolosità è aumentata anche se in quel giorno le precipitazioni sono risultate assenti o debolissime.
Nella giornata di giovedì le condizioni del tempo sono peggiorate a causa dell’arrivo della perturbazione, ampiamente prevista da GM e LAM, di stampo prettamente autunnale; correnti sciroccali calde e umide hanno spazzato via immediatamente quel poco di cuscino freddo che si era creato nei giorni precedenti, le precipitazioni non si sono fatte attendere e in alcuni casi sono state portatrici di buoni accumuli.
Come nella maggior parte dei casi, con questo tipo di correnti, le zone maggiormente interessate dal maltempo sono state la fascia pedemontana e la zona prealpina; In pole position le tre stazioni di Recoaro: Turcati 51.4 mm, Rifugio la Guardia 48.0, Recoaro 1000 40.2 mm; buona parte della fascia prealpina e pedemontana ha avuto accumuli compresi tra 20 e 40 mm, la fascia del Veneto centrale e la pedemontana veronese tra 10 e 20 mm, il basso Veneto e gran parte delle Dolomiti tra 1 e 10 mm. La quota neve è salita alla quota media di 1800 m, per via dello scirocco e sempre a causa di quest’ultimo la città di Venezia ha subito il fenomeno dell’acqua alta, con picchi di circa 1 metro e l’allagamento del 46% della città.
Nella giornata di venerdì le condizioni del tempo sono rimaste sempre in un ambito perturbato. Nel basso Veneto gli accumuli sono stati irrisori mentre nelle fasce pedemontane e prealpine, comprese anche quella veronese i fenomeni hanno prodotto buoni accumuli.
Lo stau prodotto dallo scirocco ha rimesso in pole position le stazioni delle prealpi vicentine: Turcati Recoaro 146mm, Rifugio la Guardia 135.8, Valli del pasubio 135.6 mm, Passo Xomo Posina 132.6 mm, altre località hanno superato i 100 mm, nel bellunese sono caduti tra 30 e 60 mm, nella pedemontana veronese tra 15 e 30 mm, nel basso veneto accumuli inferiori ai 10 mm mentre nelle zone costiere e nel basso Polesine gli accumuli hanno di poco superato il millimetro.
Nella giornata di sabato il maltempo ha continuato a flagellare la regione, le precipitazioni sono continuate fino al tardo pomeriggio, le zone colpite dalla fase di maltempo sono rimaste le stesse dei giorni precedenti: Passo Xomo Posina 172.6 mm,Castana (Arsiero)158.8, Valli del Pasubio 146.8, Turcati Recoaro 144.6, Rifugio la Guardia (Recoaro) 130.4, maggiore interessamento del maltempo nelle Dolomiti Bellunesi con accumuli superiori ai 60 mm, tra i 40 e 60 mm nell’alto veronese, tra 20 e 40 mm nel basso veronese e parte delle province di vicenza e treviso, inferiori ai 20 mm in buona parte del Veneto centrale e nuovamente bisogna segnalare accumuli irrisori nelle zone meridionali e costiere.
In questa tre giorni di tempo perturbato le temperature sono rimaste pressoché costanti, in pianura comprese tra 8° e 14°, mentre in montagna lo zero termico è salito sopra i 2000 m e di conseguenza la quota neve è rimasta sempre molto alta.
Bisogna evidenziare però come nota positiva che finalmente ha piovuto e pure bene: nelle prealpi vicentine sono stati toccati fino a 350 mm di accumulo, in molte zone di montagna sono stati superati i 100 mm, in molte zone della regione si sono stati compresi tra 50 e 100 mm.
Una fase autunnale come non si vedeva da tempo, anche se per chi si attendeva la neve c’è stata la delusione di osservare una quota neve troppo alta. Quello che però è importato veramente sono stati i quantitativi di pioggia caduti che per il momento sono andati a limitare il deficit pluviometrico di una stagione che finora era stata troppo secca, soprattutto nei mesi di ottobre e novembre, i quali assieme ad aprile e maggio sono i mesi più piovosi dell’anno.
Per i dati si ringrazia ARPAV