Si è capovolta la situazione meteo sulla nostra Penisola: fino a ieri erano le regioni centro-settentrionali a subire l’impeto del maltempo, in seno ad un persistente flusso umido sud/occidentale. Da quest’oggi sono invece le regioni meridionali colpite da una struttura temporalesca proveniente dal Mar Libico, che costituisce la fascia di separazione fra l’aria più fresca nord-atlantica e quella più temperata sub-tropicale.
Cosa è accaduto dal punto di vista barico nelle ultime 24 ore? La saccatura protesa fin sulle nostre regioni ha compiuto dei passi verso levante, a causa della spinta di un campo anticiclonico che preme verso la Penisola Iberica. Il nucleo freddo ancora attivo è sprofondato fin verso l’entroterra libico-tunisino, scontrandosi con aria dalle caratteristiche ben differenti e favorendo il processo di ciclogenesi sul Mar Libico. Il minimo di pressione risalirà verso il Mar Ionio questa notte, accentuando le condizioni di maltempo sulle estreme regioni meridionali.
Già dalle prime ore di questa mattina la fascia ionica è stata raggiunta dal sistema nuvoloso, costantemente alimentato lungo il cavo ascendente della saccatura dall’aria più tiepida ed umida nei bassi strati. Una serie di temporali hanno colpito con maggiore rilevanza il brindisino e la Penisola Salentina, non sono mancati accumuli superiori localmente ai 50 mm. Piogge e qualche temporale interessano anche alcune zone della Calabria e della Sicilia, ma il peggio in termini di maltempo è atteso per le prossime ore.
Il bel tempo con il sole è invece tornato a fare capolino su buona parte del Centro-Nord, grazie all’inserimento di una leggera ansa anticiclonica al suolo, derivante dall’incremento barico registrato sul Mediterraneo Occidentale. La serenità del cielo, presente dalla scorsa, è stata responsabile di notevoli cali termici notturni, soprattutto sui fondivalle e sulle aree recentemente innevate. La neve non manca peraltro nemmeno in alta montagna, talmente abbondante da risultare un evento quasi eccezionale per i primi giorni di Dicembre: rammentiamo come su talune località dell’Appennino Settentrionale e della fascia alpina e prealpina orientale il manto nevoso ha superato i 2 metri ad altezze di circa 2000 metri.
L’inversione termica ha colpito in maniera considerevole nella scorsa notte alcune aree dell’entroterra ligure e dell’altopiano cuneese, ove le recenti nevicate hanno contribuito all’ulteriore raffreddamento del suolo con l’effetto albedo. Su Cuneo il termometro è addirittura precipitato fino a sfiorare i -10°C, temperature difficilmente raggiunte sulle località alpine poste a 1500-2000 metri d’altezza. Per quanto concerne le zone pianeggianti del Nord, spiccano i -5 raggiunti sull’aeroporto di Malpensa ed i -3 gradi rilevati a Torino Caselle ed a Novara. Oltre alle gelate, sono giunte immancabili anche le nebbie, che tenderanno ad intensificarsi nuovamente dopo il tramonto. Il freddo notturno ha colpito il Centro Italia, ma le inversioni sono attese in accentuazione nella prossima notte.
Il miglioramento in atto si conferma di breve durata, in quanto già domani assisteremo all’avvicinamento di un nuovo fronte atlantico, che determinerà altre precipitazioni sparse al Nord e qualche episodica nevicata fino a bassa quota nella fase iniziale dell’evento. Una lieve nuvolosità va già aumentato su Liguria e Basso Piemonte, Non ci sono tuttavia le condizioni per nuove nevicate fino in Val Padana, in quanto mancano due ingredienti fondamentali: non è presente un consistente cuscinetto freddo nei bassi strati (nonostante le gelate) ed in secondo luogo la perturbazione sarà molto debole e non sarà in grado di dare luogo a precipitazioni di particolare consistenza.
Questi due ingredienti, uniti alla presenza d’aria piuttosto umida nei bassi strati, non potranno favorire l’arrivo delle nevicate fino a quote particolarmente basse: qualche evento si potrà eventualmente verificare solo su qualche area valliva riparata dell’Alta Lombardia. Gran parte del Piemonte e dell’ovest della Lombardia saranno quasi saltati dalla perturbazione, che invece colpirà con maggiore enfasi le regioni centrali tirreniche. Su queste ultime zone, la neve cadrà naturalmente solo in montagna sull’Appennino.