A volte più a nord, a volte più a sud, ma l’anticiclone continua a fare il buono ed il cattivo su gran parte del Continente Europeo: nella prima metà di maggio appena trascorsa le maggiori anomalie bariche positive erano emigrate decisamente verso nord. Questo non ha comunque decretato quell’importante svolta che sembrava potesse concretizzarsi: nei primi 15 giorni di maggio anche il cuore dell’Europa ha risentito delle sortite anticicloniche, nonostante una maggiore vitalità dei fronti atlantici che sono riusciti ad insinuarsi verso l’Europa apportando qualche strappo perturbato.
Nulla di serio e di continuativo, l’anticiclone è poi tornato a tappare ogni buco, compromettendo possibili svolte. Allargando lo sguardo al di fuori dell’Italia, la situazione di siccità più grave riguarda sempre l’Inghilterra, dove il livello dei fiumi è sempre più basso e si teme un nuovo 1976. Non sta certo meglio la Francia, anzi: la prefettura della Haute-Saone, regione di Besancon, ha recentemente adottato un provvedimento di limitazione provvisoria dell’uso dell’acqua in tutta la zona a causa del grave deficit di precipitazioni che omai si prolunga dallo scorso gennaio. I livelli dei fiumi sono quelli abitualmente registrati fra luglio e agosto e comincia a farsi problematica la situazione per l’agricoltura: la Francia chiederà aiuto a Bruxelles per gli agricoltori in difficoltà ormai da settimane.
Focalizzando l’attenzione su aprile, notiamo proprio come l’Inghilterra e la Francia siano le nazioni dove appaiono maggiormente diffusi i gravi deficit di pioggia (totali pluviometrici inferiori di almeno 75% rispetto al normale): come ben sappiamo, questa fase siccitosa non è certo iniziata lo scorso aprile, ma in queste aree si protrae ormai ininterrottamente dall’inizio dell’anno, quando si è avuta una svolta rispetto al mese di dicembre che fu molto freddo e generoso in fatto di precipitazioni.