Tempo fa, lo si è scritto anche in altre sedi, presentammo una previsione stagionale basata sulle proiezioni dei meteorologi americani. Proiezioni che, alcuni lo rammenteranno, indicavano un’estate letteralmente bollente su gran parte del bacino del Mediterraneo. In particolare tra Spagna, Italia e Balcani. Venne indicato il mese di luglio come il “peggiore”, un mese dominato in lungo e in largo dall’Anticiclone africano.
Or bene, registrando l’andamento delle ultime settimane non si può far altro che constatare la bontà di quelle proiezioni. E’ vero, siamo appena all’inizio dell’estate e molte cose potrebbero cambiare. Certo è che le premesse non appaiono per nulla incoraggianti. A questo punto sorge spontanea la domanda: sarà davvero un’estate “africana”? Per rispondervi ci siamo presi la briga di analizzare un po’ di indici climatici, molti dei quali vengono proposti nel corso della stagione invernale per individuare le tendenze a lungo termine.
L’analisi sembra voler supportare la tesi a stelle e strisce, tuttavia possiamo aggiungere un elemento d’interesse: le ondate di caldo, spesso intense e talvolta persistenti, potrebbero subire brusche interruzioni. I break potrebbero intervenire pesantemente, seppur di breve durata. Break presumibilmente innescati da gocce fredde in grado di scalfire la resistenza anticiclonica e capaci di infilarsi sui nostri mari. Se tale ipotesi trovasse riscontro, dovremo prepararci a manifestazioni atmosferiche localmente violente, quindi a temporali di una certa rilevanza.
Abbiamo scelto d’inserire l’articolo nella sezione “l’opinione” perché si tratta di un punto di vista. O meglio, di un’ipotesi che vuole trovar supporto in approfondite analisi climatiche ma che potrebbe rivelarsi difficile da realizzarsi. Non dobbiamo trascurare un elemento: la staticità barica che conduce a certe configurazioni è difficile da scalzare. Di ciò siamo consapevoli, pertanto non è detto che vada così come descritto. Ai posteri l’ardua sentenza…